Tu sei qui: AttualitàMutui, Cgia di Mestre: "Banche sempre più ricche e famiglie sempre più povere"
Inserito da (Redazione Nazionale), domenica 18 giugno 2023 15:54:00
di Norman di Lieto
Solo qualche giorno fa in occasione del 22° Congresso Nazionale della Fabi (Federazione Autonoma Bancari Italiani),Carlo Messina, CEO di Intesa Sanpaolo, era intervenuto alla tavola rotonda "Il contratto nazionale e il ruolo sociale delle banche", affermando:
"Con utile a 7 miliardi non negozio su 400 Euro di aumenti, giusto incrementi stipendio consistenti ai bancari".
Anche se, a onor del vero, l'ABI - Associazione bancari italiani - aveva detto di aspettare le assemblee dei lavoratori del comparto.
Se da una parte le banche continuano a guadagnare e, vogliono, almeno con il Ceo di uno dei più grandi gruppi bancari, condividerli con i propri dipendenti, dall'altra sono gli utenti a soffrire maledettamente l'aumento dei tassi sui mutui, soprattutto quelli variabili arrivati ad un balzo di quasi il 70% secondo la stessa Fabi.
Il caro mutui non si arresta e con l'ultimo rialzo dei tassi deciso dalla Bce di giovedì è destinato a proseguire arrivando sui nuovi prestiti a tasso fisso anche al 6%, così Fabi fa il punto su tutti i costi a carico delle famiglie alle prese sia con l'acquisto della casa o con il pagamento delle somme già accordate.
Secondo il sindacato, le rate dei nuovi mutui a tasso fisso sono destinate a raddoppiare nel corso del 2023, mentre quelle dei mutui a tasso variabile dovrebbero salire del 55-65%.
Ciò che preoccupa maggiormente sono coloro i quali sottoscrissero un mutuo a tasso variabile in passato, infatti, per i vecchi mutui, le rate a tasso variabile hanno subito aumenti fino al 70-75%.
Questo significa che chi pagava una rata di circa 500 euro al mese, oggi paga, al mese, 875 euro ovvero 375 euro in più.
"Ed è molto probabile che, alla luce della decisione della Bce, le rate dei vecchi mutui a tasso variabile possano salire ancora", sottolinea il sindacato.
Secondo il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, la convenienza è da ricercare sempre e comunque nel tasso fisso:
"Rispetto a qualche tempo fa siamo passati da un tasso pari all'1,6% a offerte che arrivano, oggi, anche fino al 6%, ma in prospettiva, fra qualche anno, quanto i tassi verosimilmente caleranno, un contratto di finanziamento sottoscritto a tassi alti si potrà chiudere, con una surroga, e ottenere condizioni più favorevoli, anche se la vera priorità in questa fase è rinnovare tutti i contratti di lavoro nazionali scaduti da oltre 5 anni, da molto prima del Covid, che riguardano 7 milioni di lavoratrici e di lavoratori di tutti i settori".
Sulla situazione drammatica per molte famiglie italiane interviene anche la Cgia di Mestre secondo cui:
"L'inflazione sta del resto divorando le risorse delle famiglie e ha avuto come conseguenza, tra le altre cose, un'Italia con banche più ricche e famiglie più povere".
Secondo l'associazione degli artigiani infatti, nel 2022 gli istituti di credito hanno totalizzato, al netto delle imposte, 21,8 miliardi di euro di utili, praticamente 8 miliardi in più rispetto al 2021 (+58%).
I risparmi delle famiglie italiane, invece, tra il marzo dell'anno scorso e lo stesso mese di quest'anno hanno subito una riduzione pari a 25,2 miliardi di euro.
Fonte foto: Foto diangelo luca iannacconedaPixabay e Foto diFrantisek KrejcidaPixabay
Fonte: Booble
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