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Gioia e commozione per il ritorno di Mons. Depalma ad Amalfi ai piedi di Sant'Andrea /FOTO e VIDEO

Il vescovo di Nola: «Prima della crisi economica c’è una crisi di valori, ci hanno rubato ciò che abbiamo di più prezioso: l’Umanità»

Inserito da (ilvescovado), lunedì 9 maggio 2016 16:36:52

di Simone Sormani

Un lungo e commosso applauso del popolo amalfitano ha accompagnato l'ingresso di Mons. Beniamino Depalma nella Cattedrale di Amalfi, il luogo da dove, 25 anni fa, iniziava il suo cammino alla guida della Diocesi di Amalfi-Cava dei Tirreni.

Un cammino durato quasi un decennio, dal 1991 al 1999, e segnato da profonde trasformazioni nella Chiesa amalfitana e cavese, portate avanti con l'autorità e il rigore dell'intellettuale e l'umiltà del Pastore che lo contraddistinguono. Carismi, questi, con i quali portò a compimento il processo di unificazione delle Diocesi di Amalfi e Cava, facendo germogliare i semi del Concilio Vaticano II e ponendosi come punto di riferimento morale e civile delle due comunità, in un momento di forte crisi istituzionale e politica. «Evangelizare pauperibus misit me», questo il suo motto. Non a caso i poveri e gli emarginati sono sempre stati al centro della sua opera di evangelizzazione, anticipando temi cari alla missione di Papa Francesco.

La celebrazione di questo 25esimo anniversario è stata l'occasione per un gradito ritorno alle origini del suo apostolato che, dal 1999, è proseguito presso la Diocesi di Nola. Ad accoglierlo Mons. Orazio Soricelli, il clero diocesano, i rappresentanti delle istituzioni, ma soprattutto un folla commossa di fedeli della Costiera e di Cava, che ha preso parte alla celebrazione eucaristica, presieduta da "Padre Beniamino", come molti ancora amano chiamarlo, quasi a voler sottolineare il rapporto filiale di un'intera leva di cristiani di questa terra. Nel giorno in cui la Chiesa celebra l'Ascensione, e la comunità di Amalfi la Traslazione delle reliquie dell'Apostolo Sant'Andrea (avvenuta l'8 maggio 1208), l'omelia di Beniamino Depalma ha messo al centro il lascito che Cristo ha fatto all'umanità nel salire al Cielo.

«Cristo non ci ha lasciato dei precetti, delle tradizioni, dei riti, non ci ha chiesto di fare proselitismo, ma ci ha lasciato il suo corpo martoriato, la sua testimonianza di uomo sofferente che deve aprirci alla misericordia e all'accoglienza, e a quella Umanità che ci sembra di aver smarrito in noi stessi. Prima della crisi economica infatti, c'è una crisi di valori, ci hanno rubato ciò che abbiamo di più prezioso: l'Umanità». L'emozione manifestatasi nei suoi occhi nel pronunciare queste parole, che racchiudono il senso dei suoi 25 anni di apostolato, ha ricambiato quella dei presenti, segno di un legame che, nonostante la distanze, non si è mai interrotto, e che è vivo nelle preghiere e nelle intenzioni quotidiane di Beniamino Depalma, come egli stesso ha ricordato ai presenti.

 

 

Beniamino Depalma nasce a Giovinazzo (Ba) il 15 maggio 1941. Viene ordinato sacerdote il 3 aprile 1965 dal cardinale Alfonso Castaldo, arcivescovo di Napoli. Il 7 dicembre 1990 è eletto arcivescovo di Amalfi-Cava de' Tirreni. Riceve l'ordinazione episcopale il 26 gennaio 1991 dal cardinale Michele Giordano. Il 15 luglio 1999 è nominato vescovo di Nola, dove inizia solennemente il suo ministero pastorale il 16 ottobre 1999. È attualmente membro della Commissione episcopale per la Liturgia. Dal 2012 è gran priore dell'Ordine militare del Santissimo Salvatore di Santa Brigida di Svezia, succedendo all'arcivescovo Bruno Schettino, scomparso prematuramente; è inoltre gran priore per l'Italia meridionale tirrenica e grand'ufficiale dell'Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme.

 

(In basso il video di Giovanni Fusco)

Fonte: Il Vescovado

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