Tu sei qui: ChiesaLa morte è sì una caduta, ma nelle braccia di Dio
Inserito da (redazionelda), martedì 22 dicembre 2020 19:10:03
Pubblichiamo l'omelia tenuta da Padre Francesco Capobianco, guardiano del Convento di San Francesco, domenica 20 dicembre, nel Duomo di Ravello, durante il rito esequiale per mastro Antonio Amato di cui ne ha ricordato le doti umane, lavorative e spirituali. Segue testo integrale.
Caro mio amico Antonio, amico di tutti!
Due mesi fa ho incontrato te e la tua famiglia per concordare il rito religioso del tuo matrimonio con Pina. Anelavi e hai desiderato fortemente quel momento. Fu deciso di celebrarlo domenica 6 dicembre. Questo non è avvenuto di fronte agli uomini, a causa del tuo stato di salute, ma è avvenuto di fronte a Dio, nella luce della tua fede.
Mi sono ritornate in mente alcune forti espressioni sulla morte di un autore contemporaneo:
O morte
Che tutti credono ributtante e infelice,
tu sei una vergine leggiadra
che mi scioglierà da questo letame,
la donna che consegnerà il mio calvario al Signore.
O morte, che tutti credono deforme,
io ti ho veduta nel sospiro divino.
Danzatrice meravigliosa,
non sai come capisco il tuo eloquio.
Morte! ... donna che consegnerà il mio calvario al Signore! Il calvario di Antonio è stato consegnato al Signore, che lo ha trasformato in beatitudine e gioia perenne per il caro Antonio.
Per noi poveri umani è duro, spinoso esternare dei sentimenti per una persona cara che non vedremo più nella sua fisicità, ma che rimane nel profondo del cuore:
Antonio, uomo vigoroso, ottimista, che ha fatto della sua vigoria la nota portante della sua vita, unita alla sua generosità aperta a tutti, parenti e amici.
Uomo forte che ha retto di fronte a cocenti traversie della vita.
Uomo eccellente nella sua capacità operativa nel campo edilizio e fedele discepolo del suo papà mastro Francesco nell'arte di saper lavorare con perizia una certa pietra.
Uomo disponibile, incapace di dire no alla più svariate richieste, beneficando con discrezione chi si trovava nel bisogno.
Uomo di fede: quante volte, Antonio, ti ho visto compunto e pensoso nella chiesa di San Francesco alla messa domenicale di mezzogiorno. Dopo passavi da me in sagrestia e aprivi il tuo animo accorato, aggrappato alla fede e alla speranza cristiana, facendo poi scivolare il tuo commosso ricordo sull'indimenticabile Padre Andrea e sul Beato Bonaventura che salutavi con una preghiera nel lasciare la chiesa, compiaciuto anche che il tuo piccolo Attila fungesse da chierichetto.
Tu, Antonio, hai pure mantenuto e curato il legame di una antica e condivisa amicizia della tua numerosa famiglia con i frati del convento san Francesco, a cui hai continuato a prestare con amore la tua opera in diverse circostanze.
I tuoi figliuoli, di cui sei stato profondamente orgoglioso, hanno illuminata e riempita la tua vita e loro ti hanno adorato: come tu hai scolpito sulle pietre, così pure hai scolpito nei loro animi i valori della vita, evidenziando, con la tua personalità, senso del sacrificio, laboriosità, generosità, rispetto per il prossimo, senso religioso della vita.
Ravello perde un'altra tessera del suo caldo mosaico umano. A noi rimane la figura di un uomo forte disponibile e generoso, di un uomo buono, di un uomo che ha inciso e onorato il prezioso tessuto della città di Ravello.
Il tuo albero vigoroso si è piegato, Antonio: abbiamo assistito impotenti al declino della tua salute, sotto gli occhi smarriti dei tuoi cari, che con premurosa e affettuosa cura e dedizione ti sono stati accanto, con mezzi materiali e spirituali.
Cristianamente consoliamoci: perché? Perché la morte è sì una caduta, ma una caduta nelle braccia del Dio vivente e misericordioso che si chiama Padre: noi abbiamo tra le mani la certezza che risorgeremo, perché Lui, il Cristo, è risorto e noi avremo la beata vita eterna, perché è Lui ad attenderci!
E' il binario della nostra vita: e la morte di Antonio, che è stato rapito a quella vita beata, ce lo ricorda.
Rimaniamo uniti nella preghiera e porgiamo, commossi, il nostro profondo cordoglio a Pina, Attila, Francesca, Nicoletta, Ingrid, Carlo, alle sorelle e al fratello Marco, con un forte applauso al caro Antonio!
Fonte: Il Vescovado
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