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Una tradizione di fede e fratellanza rinnovata con l'accensione della lampada votiva a Ravello in onore del Beato Bonaventura da Potenza

Ravello, domenica 29 giugno pellegrinaggio potentini su tomba Beato Bonaventura

Il 29 giugno, i fedeli di Potenza si riuniranno a Ravello per un momento solenne: l'accensione della lampada votiva presso la tomba del Beato Bonaventura

Inserito da (Admin), martedì 24 giugno 2014 16:36:18

Torneranno 29 giugno, i fedeli potentini, ad accendere la lampada votiva che arde dinnanzi la tomba del Beato Bonaventura da Potenza.

Per il popolo lucano è questo un momento assai singolare, che rende omaggio al suo figlio più illustre, nella Città di Ravello dove riposa, gemellata dallo scorso anno con Potenza.

E' questa la prima uscita ufficiale extra moenia della nuova amministrazione comunale di Potenza, guidata dal neo sindaco Dario De Luca(che succede a Vito Santarsiero), che sarà accompagnato dal consigliere Giuseppe Postiglione (già presidente del Potenza Calcio) che porterà avanti la tradizione di famiglia proseguita dall'indimenticato padre Bonaventura Postiglione.

Alle 11, presso la chiesa di San Francesco, la santa Messa celebrata dall'arcivescovo di Tursi-Lagonegro monsignor Francesco Nolè.

Per De Luca e i suoi collaboratori sarà l'occasione per fare la conoscenza del sindaco di Ravello Paolo Vuilleumier con il quale accenderà la lampada alimentata dall'olio di oliva proveniente da tutte le contrade di Potenza.

Di questo evento straordinario di fede e fratellanza tra le comunità di Potenza e Ravello Fra Vittorio M. Costantini, nel 1958, diceva"...Così mentre la nobile Città di Potenza ricorda uno tra i suoi più illustri figli, si forma una corrente di «amorosi sensi» con la ridente cittadina di Ravello ove riposano le spoglie benedette del Beato Bonaventura... Arda sempre a Ravello la lampada dei potentini dinanzi alle gloriose spoglie del Beato; si irradi più vivida la luce spirituale che si riverbera dalla vita di Lui e dalle sue virtù...".

Sempre negli anni cinquanta del secolo scorso l'Arcivescovo Augusto Bertazzoni scriveva"...Che quella lampada accesa dal primo cittadino della nostra Città resti come preghiera al Beato perché ottenga dal Signore che la luce della Fede, preziosa e cara eredità lasciataci dai nostri antenati, oggi in mille modi insidiata non si spenga...".

Il "Martire dell'obbedienza" al secolo Carlo Antonio Gerardo Lavanga, nacque a Potenza nel 1651; figlio di "povera gente ornata di singolare onestà di costumi e d´insigne cristiana pietà", lascò la città natale all'età di 15 anni (per non ritornarvi mai più da vivo), cominciando il novizio nei Minori Conventuali di Nocera Inferiore. Trascorso il periodo di preparazione tra Aversa, Maddaloni e l´Irpinia, nel 1675, ad Amalfi, sotto la guida di padre Domenico Girardelli, venne ordinato sacerdote.

Fu quindi inviato in diversi conventi, tra i quali quelli di Napoli, Ravello, Ischia, Sorrento e Nocera Inferiore, dove divenne responsabile dei novizi. Morì il 26 di ottobre del 1711, in una cella del convento di San Francesco a Ravello, per i postumi di un intervento resosi necessario per l'asportare un cancro alla gamba. A lui si riconducono molti miracoli: si racconta che abbracciò un lebbroso che immediatamente guarì dalla sua malattia. Venne proclamato beato da papa Pio VI nel 1775.

Oggi il Beato Bonaventura riposa nella meravigliosa urna posta sotto l'altare maggiore della chiesa di San Francesco.

Fonte: Il Vescovado

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