Tu sei qui: ChiesaSant’Aniello: proverbi e detti popolari legati al protettore delle partorienti
Inserito da (Admin), sabato 14 dicembre 2024 06:55:50
Protettore delle partorienti nonché uno dei 52 protettori della città di Napoli, Sant'Aniello (o Sant'Agnello), particolarmente venerato in Campania e nel Sud Italia, vanta una tradizione linguistica è ricca di proverbi.
Nacque nella città partenopea ai tempi dell'imperatore Maurizio, probabilmente nel 535 d.C., e vi morì il 14 dicembre del 596. La madre era molto in là con gli anni ma pregava costantemente la Madonna affinché potesse avere un bambino. Ricevuta la grazia, si racconta che la donna portò il neonato di fronte a un'immagine della Vergine ed egli avrebbe esclamato "Ave Maria!".
Da questa storia nacque quindi il legame tra il culto del Santo la protezione delle future mamme. Pancioni di tutte le forme, grandi e piccoli, tra una preghiera e una richiesta di grazia, fanno bella mostra di sé nelle chiese dove è venerato Sant'Aniello, per "non far pigliare collera al santo", particolarmente conosciuto anche per il suo carattere vendicativo.
"A Sant'Aniello nun tuccà né forbice e né curtiello": in questo giorno le future mamme devono tenersi alla larga da oggetti taglienti perché, secondo il detto, il bimbo che portano in grembo potrebbe nascere senza un arto.
Sempre secondo la tradizione, in questo giorno le donne incinte devono astenersi dall'arrotolare i gomitoli di lana (perché la creatura potrebbe venire al mondo con il cordone ombelicale avvolto attorno al collo) e dal tamburellare le dita sul tavolo (perché potrebbe portare il bambino a soffrire di inestetismi della pelle).
"A Santa Lucia nu pass' e' gallina, a Sant'Aniello nu pass' e' pecuriello" (A Santa Lucia un passo di gallina a Sant'Aniello un passo da pecora) ad indicare l'allungamento delle giornate, per cui se a Santa Lucia la giornata di allunga di un po', come il passo di una gallina, a Sant'Aniello la luce del giorno resterà un po' di più, come il passo di una pecora.
Fonte: Il Vescovado
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