Tu sei qui: Cronaca4 ore su una barella, allertati i Carabinieri
Inserito da (admin), mercoledì 29 luglio 2009 00:00:00
È rimasta 4 ore su una barella del Pronto Soccorso dell’ospedale "Santa Maria dell’Olmo" in attesa dell’ambulanza che doveva trasferirla all’ospedale Umberto I di Nocera Inferiore.
La disavventura è capitata ieri alla signora Flora Gigantino, accompagnata dal marito presso il nosocomio cavese dopo aver avvertito disturbi di nausea e perdita di sensi. «Se mia moglie avesse avuto problemi urgenti, a quest’ora sarebbe morta», ha dichiarato adirato il marito della malcapitata, Renato Santoriello.
La signora avrebbe avuto bisogno di accertamenti più approfonditi per risalire alle cause dei suoi continui svenimenti. Il trasferimento in ambulanza all’ospedale nocerino sarebbe dovuto servire a sottoporre la paziente ad esami più specifici, come un elettroencefalogramma ed una visita otorino.
A niente sono valsi i continui solleciti da parte dei medici dell’ospedale "Santa Maria dell’Olmo". L’ambulanza non è proprio partita. L’esasperazione della lunga attesa ha condotto Renato Santoriello a chiamare i Carabinieri per sporgere regolare denuncia.
Solo in un secondo momento, anche grazie all’intervento del primario, è giunta un’ambulanza da Amalfi, che ha finalmente trasferito la signora al nosocomio nocerino.
LA RISPOSTA-RETTIFICA DELL’ASL SALERNO
In riferimento a questo articolo, riceviamo e pubblichiamo il comunicato di rettifica inviato dall’ASL Salerno. Leggiamo insieme:
«E’ utile fornire ai lettori alcune precisazioni sull’accaduto, al fine di non ingenerare nella popolazione inutili allarmismi e per ristabilire la verità sulla vicenda.
La signora, giunta in ospedale, è stata sottoposta dai medici del pronto soccorso di Cava a tutti i controlli, clinici e strumentali, che il caso richiedeva. Gli esami hanno escluso ipotesi diagnostiche di natura grave. Al solo fine di addivenire ad una diagnosi più completa ed esauriente, sono state richieste ulteriori consulenze da eseguirsi presso l’ospedale di Nocera.
Pertanto è stata richiesta una ambulanza ATI (non medicalizzata, cioè, con il solo infermiere a bordo), che dovesse provvedere al trasferimento da Cava a Nocera. Non essendo immediatamente disponibile un simile mezzo, perché impegnato in altri trasporti, e su insistenti pressioni da parte dei familiari della paziente, il pronto soccorso ha deciso di richiedere un altro tipo di ambulanza, AMSA (medicalizzata, questa volta, con il medico a bordo), intervento richiesto di solito per casi più gravi, laddove è prevista una tempistica diversa.
La (prima) richiesta di un mezzo non medicalizzato testimonia il fatto che il codice di attivazione (colore diverso che si assegna all’arrivo in pronto occorso, a seconda della gravità del caso) era di urgenza minore, vale a dire che non erano compromesse funzioni vitali. Da ricordare che i temuti “casi più gravi” erano già stati scongiurati dall’esito degli esami effettuati in precedenza. Le due consulenze, che avrebbero potuto essere effettuate anche successivamente alla dimissione, avevano solo il compito di completare la diagnosi. Nel frattempo la paziente restava stabilizzata, in ambiente protetto e sorvegliata dai medici.
In merito alla tempistica, si può dichiarare con assoluta certezza che fra la prima chiamata per l’attivazione del mezzo non medicalizzato, e l’intervento conseguente alla seconda chiamata, per il mezzo medicalizzato, sono passati 105 minuti (e non quattro ore, come riferito). Tanto risulta dai registri delle chiamate, dalle registrazioni delle stesse, che la stessa Direzione dell’Asl ha provveduto a verificare».
Il Sub Commissario Sanitario, Dr. Walter Di Munzio
Fonte: Il Portico
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