Tu sei qui: CronacaAcquedotto, dipendenti a rischio mobilità
Inserito da Il Salernitano (admin), giovedì 23 dicembre 2004 00:00:00
Trasferimento del servizio idrico alla Siis (Servizi Idrici Integrati Salernitani), presieduta da Achille Mughini: 10 dipendenti su 20 dell'Ufficio Acquedotto non vogliono passare alla società privata e rischiano la mobilità per la mancanza delle risorse provenienti dalla bollettazione idrica (dal 1° gennaio 2005 i contribuenti pagheranno alla Siis), che servivano a coprire gli stipendi. Questo è quanto emerso dalla riunione dì ieri a Palazzo di Città tra le sigle sindacali, il direttore generale Enrico Violante, i dirigenti del V Settore, Luca Caselli, e del Settore Ragioneria, Nobile Montefusco, ed i responsabili della Siis. Secondo la convenzione stipulata tra il Comune e l'azienda di gestione, su cui avevano lavorato molto il sindaco Messina e l'assessore Barbuti, convinti che l'esternalizzazione del servizio idrico avrebbe portato un miglioramento della rete ed un sistema più efficiente, già dal prossimo gennaio i 20 operai avrebbero dovuto iniziare un periodo di prova di 3 mesi, per poi diventare dipendenti della società. Oltre a stabilire che le progettazioni in corso per la rete fognaria sarebbero passate sotto la competenza del privato, che gli interventi di manutenzione ordinaria su pozzetti e fontane sono ancora di competenza comunale, che la Siis non si occuperà degli scarichi e delle acque bianche e che i pozzi comunali sarebbero passati sotto la competenza del privato, nella convenzione è precisato che la società privata avrebbe assunto tutto il personale. I 20 operai dell'Ufficio Acquedotto, diretto dal geometra Faella, potevano comunque scegliere se restare nella pubblica amministrazione, correndo però il rischio di andare in mobilità, o passare alla Siis. Soluzione quest'ultima che sembrava scontata, ma così non è stato. Ieri mattina, infatti, rappresentando la volontà dei dipendenti di non trasferirsi, Cgil, Cisl ed Uil hanno chiesto all'Amministrazione un ulteriore sforzo per dislocare i lavoratori contrari al trasferimento in altri settori comunali, scongiurando quindi la mobilità. Ipotesi però non attuabile, come ha spiegato il dott. Montefusco, in quanto il Comune, non disponendo più delle entrate provenienti dalla gestione dell'Acquedotto, non riuscirebbe a coprire gli stipendi dei 10 dipendenti. Per quanto riguarda, invece, l'opzione "copertura posti vacanti", ce ne sono 5 di terzo livello, ma senza soldi è inutili farsi illusioni. Una situazione paradossale. Infatti, se i dipendenti non accettassero di lavorare per il privato, sarebbero messi in mobilità ed accederebbero alle liste aperte degli altri Comuni in cerca di personale. Unico sindacato d'accordo con il trasferimento in blocco è la Cisal, il cui esponente Raffaele Farano afferma: «Sono favorevole perché tutti i dipendenti lavorino per il privato. Alternative valide non ce ne sono per chi vuol restare, se non quella della mobilità, che potrebbe costituire un ulteriore danno per i dipendenti, i quali vedrebbero allontanarsi la propria sede di lavoro. Il gioco non vale la candela». Ora i dipendenti sono chiamati a scegliere tra trasferimento e mobilità. Alla fine della seduta di ieri, il direttore generale Violante è apparso molto contrariato dalla presa di posizione dei sindacati. Non è escluso che ora il sindaco Messina possa decidere il trasferimento di tutti i dipendenti alla Siis, anche per non disattendere gli accordi presi con la società, che inizierà a gestire il servizio idrico cittadino già dal prossimo 1° gennaio.
Fonte: Il Portico
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