Una donna contesa: salta fuori un nuovo indizio nelle indagini sull'agguato di sabato scorso a Pregiato, dove Aniello Apicella, appartenente alla famiglia dei «cravunari», fu vittima di un atroce agguato a pochi passi dall'autorimessa in Via Arena (nella foto in alto). Un pallino sparato da un'arma di piccolo calibro, non con l'intenzione di uccidere, ma sufficiente per un chiaro avvertimento. Una resa di conti tinta di rosso passione. Dopo le prime ricostruzioni fatte in questi giorni, che ipotizzavano quale movente il tentativo d'estorsione o addirittura uno scambio di persona, diventa sempre più accreditata la pista a sfondo passionale. Per ora gli inquirenti restano con le bocche cucite, ma diversi indizi, non ultime alcune chiacchiere relative a precedenti episodi, sembrano far cambiare rotta alle indagini. Si ricerca, dunque, nella vita privata dell'uomo, ritenuto comunque una persona dedita al lavoro. Oltre all'autorimessa ed alla custodia giudiziaria dei veicoli sequestrati dai vigili urbani, affitta pedalò sulla spiaggia di Cetara. Attività che non darebbero adito ad alcun movente. Per gli investigatori potrebbe essere, invece, la vita sentimentale o semplicemente un innocente amicizia, non ben vista, a scatenare la mano dell'attentatore. Nessuna novità sulla sua identità. L'unica deposizione è stata resa da Apicella, poche ore dopo l'agguato, all'ospedale Santa Maria dell'Olmo dove fu accompagnato dal fratello (nella foto il nosocomio cittadino). Gli agenti della polizia, diretti dal vice questore Sebastiano Coppola, riuscirono a ricostruire la dinamica, ma i sopralluoghi non sortirono alcun esito. A quell'ora, poco dopo le sei di mattino, nessun testimone oculare aveva visto quel giovane col volto coperto dal casco avvicinarsi con una scusa all'auto dell'Apicella e sparare. Intanto, le sue condizioni migliorano e si spera che l'uomo ricordi qualche altro particolare e sia disposto a collaborare per svelare il giallo.