Tu sei qui: CronacaAl buio il Castello di Sant'Adjutore
Inserito da (admin), giovedì 10 maggio 2012 00:00:00
È indubbio, il castello di Sant’Adjutore, simbolo principe della città di Cava de’Tirreni, necessita di maggiori cure, specialmente per quanto attiene l’illuminazione notturna.
Un tempo, oltre undici lustri or sono, quando da ragazzi attraversavamo il borgo porticato, nel volgere lo sguardo al secolare maniero cittadino, costruito nell’VIII secolo dai longobardi, ci segnavamo col segno della croce, poiché sul lato di levante svetta la croce in ferro, costruita dai cavesi nel 1900, allorquando il papa Leone XIII indisse l’Anno Santo. I cavesi provvidero anche ad interamente illuminarlo con luci al neon e costruendo un apposito trasformatore di potenza. Col passare del tempo i neon vennero sostituiti da un unico faro bianco che illumina l’intera croce, ma l’amministrazione comunale provvide anche a far installare taluni fari che, irradiando luce gialla, davano al maniero la vetustà che gli si doveva. I soliti “birbanti”, una notte di oltre dieci anni fa, non sapendo cosa fare, armatisi di tutto punto, infransero i vetri di protezione ed i fari che lo illuminavano, portando il buio interno al “nostro” castello.
La civica amministrazione provvide a far riparare i “guasti” causati dall’opera distruttiva dei “soliti ignoti”, come se non fossero bastati quelli patiti dai nostri avi dal 20 al 28 agosto 1460, per mano degli angioini, aiutati dal principe Sanseverino di Salerno, allorquando Carlo d’Angiò, pretendente al trono del Regno di Napoli, dalla vicina Castellammare mosse contro la Città di Cava (il toponimo di Cava de’Tirreni origina dal 23 ottobre 1862) col suo poderoso esercito, per sottometterla alla sua potestà, stante lo spontaneo aiuto reso dal popolo cavoto, nella piana del Sarno, al giovane cugino: Re Ferrante I d’Aragona, figlio di Alfonso I.
Tornando a noi, come si suol dire, da svariati mesi il castello di Sant’Adjutore, al calar della sera, rimane al buio! Ad onor del vero, dei quattro fari a luce gialla ne è rimasto funzionante uno solo! A breve, come avviene da 356 anni, l’Ente Montecastello farà erigere il mega Ostensorio luminoso, per ricordare a noi tutti il Miracolo Eucaristico verificatosi nell’autunno del 1656, quando Dio nostro Padre, impetrato da Don Angelo Franco, l’ultimo dei quattro parroci della Santissima Annunziata rimasto in vita, impartì, dal terrazzo superiore del maniero cittadino, la Santa Benedizione alla valle metelliana sottostante. L’auspicio di noi cavesi, quelli che amiamo realmente la nostra città, è che la civica amministrazione faccia ripristinare i fari spenti.
La stessa cosa vale per la croce di San Liberatore, un tempo detto Buturnino, costruita nel 1954 col contributo dei Comuni di Cava de’Tirreni, Vietri sul Mare e Salerno. La croce di San Liberatore, anch’essa al buio da svariati anni, è stata per lungo tempo il faro dei marinai e per noi cavesi segnava il limite di circoscrizione della nostra storica valle; ovviamente a far data dal 24 gennaio 1807, giorno dell’effettivo distacco di Vietri sul Mare e Cetara dalla Città di Cava de’Tirreni.
Livio Trapanese
Fonte: Il Portico
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