Tu sei qui: CronacaAllarme Asl: "Droga a 11 anni"
Inserito da (admin), mercoledì 29 giugno 2005 00:00:00
Droga e giovani. Anzi, droga e bambini. Il primo approccio con le sostanze stupefacenti comincia, infatti, quando in teoria gli adolescenti dovrebbero passare il tempo libero a giocare con i loro coetanei. L'allarme viene da Francesco Santangelo, direttore Area Dipendenze patologiche dell'Asl Sa1, che ha sede nella frazione Pregiato. La struttura si occupa di tossicodipendenze, alcolismo, tabagismo, dipendenze da gioco d'azzardo e da cibo. 15 professionisti che quotidianamente sono al cospetto di dure realtà. Il territorio di competenza, oltre alla città metelliana, è la Costiera Amalfitana e Roccapiemonte. I fruitori della struttura che hanno problematiche inerenti alla droga ed altre dipendenze vengono "preparati" presso l'ex Sert, per poi essere trasferiti alle comunità di recupero. «I casi che riguardano le dipendenze da droghe - afferma il dott. Santangelo - sono molti, purtroppo, ed il trend è in ascesa. Di tale problematica si parla troppo poco e ciò potrebbe indurre a pensare che ci sia un rallentamento nel consumo di sostanze stupefacenti. Non è così. Si inizia con le cosiddette droghe leggere e poi si passa all'eroina. A 11 anni, quando ancora si frequenta la scuola media, c'è il primo, occasionale contatto con la droga. Si tratta spesso di ragazzini insospettabili, vanno bene a scuola, giocano al calcio. E ragazzine "acqua e sapone". È questa la sacrosanta verità, è la realtà di oggi, la dura realtà». La prevenzione per curare queste patologie è tutto. «Il nostro impegno sul territorio è rivolto in special modo ai ragazzi delle scuole elementari. Secondo dati recenti, proprio questa fascia di età è quella più a rischio». Anche il numero degli alcolisti che si rivolgono alla struttura è notevole. «Sono numerosi gli schiavi dell'alcol - spiega Santangelo - che si rivolgono a noi. Anche i dati per questa dipendenza sono in forte aumento. Purtroppo, sono in pochi che ne vengono fuori». Altro problema da non sottovalutare in questa società consumistica è l'uso smodato che si fa del cibo: «Sono specialmente gli adolescenti che chiedono il nostro aiuto. Fanno un percorso terapeutico con lo psicologo, che non sempre porta a buon fine». Ma non solo la "classica" droga alligna sul territorio. C'è un altro fenomeno patologico per anni sconosciuto: la dipendenza dal gioco d'azzardo. Proprio per curare questa malattia è stato istituito un ambulatorio presso la struttura. «È un fenomeno che interessa tutti gli strati sociali. Normalmente, non si arriva alla dipendenza dalla sera alla mattina. Ad un certo punto, il giocatore può essere preso da un bisogno incontrollabile di recuperare le perdite, assumendo rischi sempre maggiori. Usa allora del denaro destinato ad altri scopi, o mente per farsi dare prestiti. Le sue relazioni familiari cominciano a soffrirne seriamente. Da noi sono numerosi gli schiavi dei videopoker. Ci sono stati individui che si sono giocati l'intero patrimonio familiare. Il nostro lavoro di recupero non è facile. Raramente questi malati accettano di curarsi, perché ritengono di non soffrire di alcuna patologia». Questo comparto specialistico richiede un'alta specializzazione. «Ma il problema sono sempre le risorse economiche, che purtroppo sono sempre poche», conclude Santangelo.
Fonte: Il Portico
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