Tu sei qui: CronacaArea Asi, va demolito un capannone industriale
Inserito da (admin), martedì 2 marzo 2004 00:00:00
Una querelle tra imprenditori cavesi ha portato ad un'ordinanza di demolizione di un capannone industriale realizzato nell'area Asi di via Gaudio Maiori. L'ordinanza, notificata una quindicina di giorni fa al proprietario dell'immobile a seguito di una sentenza del Tribunale di Salerno, ha imposto la demolizione entro 90 giorni ed il ripristino dello stato dei luoghi. A scatenare la vertenza legale è stata la costruzione di un prefabbricato pesante da parte della ditta Me.Co. di Luigi Medolla, che si occupa di carpenteria e lavorazioni in ferro, realizzato in difformità del progetto originario, approvato nel 1998 da parte degli uffici tecnici comunali. I problemi sono sorti in quanto la costruzione del capannone, secondo l'accusa da parte di due imprenditori che hanno le loro attività adiacenti alla Me.Co., è avvenuta utilizzando un'area che, secondo il piano regolatore dell'Asi, dovrebbe ospitare il prolungamento di una strada a servizio proprio delle due aziende, e venendo meno, sembrerebbe, a precedenti accordi che sarebbero intercorsi tra i tre manager. A rivolgersi al giudice sono state due ditte, l'Artigianato del Legno di Pietro e Salvatore Pisapia ed il Ricamificio Cinque Margherite di Salvatore Soriente, alle quali si è aggiunta la stessa Asi. Il giudizio è stato avverso la ditta Me.Co., alla quale è stato ordinato di eseguire, a proprie spese, le opere di demolizione del manufatto abusivo e di ripristinare i luoghi come in origine, con addirittura l'acquisizione al patrimonio comunale dell'area oggetto della sentenza del giudice. La querelle, però, non è ancora arrivata alla sua definitiva conclusione, in quanto esistono ancora due possibilità che potrebbero portare ad un'interruzione dell'iter di demolizione. Va verificato, infatti, se il capannone industriale, oggetto della sentenza avversa da parte del giudice e della successiva ordinanza di demolizione del Comune di Cava, potrebbe rientrare nelle norme e nei benefici concessi dal nuovo condono edilizio del Governo. In ogni caso, la Me.Co. può ricorrere al Tar (Tribunale regionale amministrativo) e, quindi, ottenere una sospensiva dell'ordinanza. Ma a dirimere la questione potrebbe, in definitiva, sopraggiungere un accordo tra le parti in causa, con una soluzione alternativa che risolverebbe i problemi di accesso alle due ditte, tramite la realizzazione di una stradina di collegamento su un suolo adiacente che sembra essere di proprietà dello stesso Medolla della Me.Co.
Fonte: Il Portico
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