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Attentato a Salsano, forse una vendetta

Inserito da (admin), giovedì 25 novembre 2004 00:00:00

La Smart vista allontanarsi a fari spenti la sera dell'attentato è la stessa che ha pedinato qualche ora prima la moglie di Giuseppe Salsano. E non basta: nelle settimane scorse, nella piccola traversa di via Generale Parisi, un'auto dello stesso modello fu colpita da un barattolo di vetro lanciato da uno dei balconi del rione. L'autore del gesto, con ogni probabilità, fu uno dei condomini, il cui nome è rimasto ignoto, inferocito per la presenza di numerose auto in sosta. È questo uno dei clamorosi retroscena dell'attentato incendiario consumatosi all'alba di martedì, quando, nella piccola traversa del centro, ignoti hanno dato alle fiamme due auto ed un furgoncino di proprietà di Giuseppe Salsano, presidente del comitato "Ordine e quiete", danneggiando anche un'altra vettura parcheggiata nello stesso piazzale. Dopo la testimonianza della moglie di Salsano - ha raccontato di essere stata pedinata la sera dell'attentato da una Smart di colore chiaro, guidata da un giovane con un berretto di lana - dalle parole di alcuni vicini di casa salta fuori un particolare in più. Le persone ascoltate avrebbero riferito che qualche settimana fa, di sera, nella traversa di via Generale Parisi, accorse una volante della Polizia, allertata dal proprietario di una Smart. Stando alla ricostruzione di alcuni testimoni, il giovane aveva parcheggiato, come altri frequentatori dei locali del centro, nella piazzetta. Al suo ritorno, l'ignaro proprietario avrebbe trovato l'auto danneggiata da un barattolo di vetro, lanciato con ogni probabilità da uno dei balconi del condominio. Quanto basta per chiedere l'intervento della Polizia. L'incidente, almeno nell'immediato, fu risolto senza grossi problemi per gli agenti, ma c'è chi giura che non si è trattato di un episodio isolato. «Non è una novità - dice Alfonso, giovane frequentatore della movida cittadina, che preferisce mantenere l'anonimato - soprattutto nei week-end. Ci sono dei residenti che per un nonnulla vanno su tutte le furie, anche per un'auto parcheggiata nel loro piazzale. E non è la prima volta che hanno lanciato secchi d'acqua». Più cauto appare lo stesso Giuseppe Salsano: «Certo, questo può essere un elemento in più. Ricordo quell'episodio, anche se io abito qualche metro più in là e, pertanto, non affaccio con il mio appartamento sulla piazzetta dove si trovavano le auto incendiate. Quello che è sicuro è che mia moglie è stata pedinata mentre andava a parcheggiare in Piazza San Francesco. Purtroppo non ricorda il numero di targa completo, ma basta a confermare che si è trattata di un'azione mirata. Volevano colpirmi perché il mio attivismo a difesa dei cittadini dà fastidio a qualcuno». Sul terribile atto incendiario è intervenuto anche Pasquale Falcone, in qualità di presidente dell'associazione "Torquemada", che raggruppa tutti i gestori dei locali notturni: «Va da sé che si tratta di un episodio inqualificabile, e come tale va condannato. Mi auguro, anzi credo, come ha precisato lo stesso Salsano, che non abbia a che fare con il mondo della movida. Non fa parte della nostra cultura. I gestori dei locali di Cava, e così anche i suoi frequentatori abituali, sono persone civili. Tra l'altro, le stesse modalità dell'attentato mi sembrano escludere questa ipotesi, non fosse altro perché si è verificato la notte tra lunedì e martedì, quando la movida è chiusa. Devo precisare che, complice la pausa estiva, tutti i locali del territorio si sono adeguati alle nuove normative e la convivenza con i residenti oggi è più che mai pacifica. Penso che l'episodio della scorsa notte possa ascriversi agli altri atti vandalici registratisi in città». Intanto, le indagini, coordinate dal vicequestore Sebastiano Coppola, vanno avanti senza tralasciare alcuna pista. Gli investigatori cercano indizi soprattutto tra i possibili testimoni ed invitano la cittadinanza a collaborare.

Fonte: Il Portico

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