Tu sei qui: CronacaCade nel bosco, l'intervento dei soccorsi evita il peggio
Inserito da Livio Trapanese (admin), martedì 19 ottobre 2010 00:00:00
Domenico Bottiglia, di anni 65, nel primo pomeriggio di venerdì scorso, nel raggiungere la sua abitazione (dopo aver raccolto della castagne nel suo fondo) di via Petraro Santo Stefano, scendendo un gradino del terreno alto oltre la norma perché il “confinante”, nel porre in opera una palificazione (che sorregge una rete) volta a chiudere il passaggio di autoveicoli che dura da oltre 4 lustri, scivolava e rovinava a terra, battendo violentemente la spalla sinistra a la parte occipitale della testa.
Stordito e spaventato, rimaneva a terra per lungo tempo, ma ripresosi si recava presso la sua dimora, non potendo allertare i soccorsi visto che la linea telefonica era stata tranciata da ignoti.
Disperato, si ricordava che in casa vi era un cellulure del figlio e preso dal panico, per l'acuirsi dei lancinanti dolori alla spalla ed alla testa, provava a chiamare il 118, trovando le linee temporaneamente occupate. Il primo numero telefonico che gli veniva in mente è stato quello della Sala Operativa della Polizia Locale di Cava de'Tirreni (089.341692), che chiamava senza indugio per richiedere aiuto.
In meno di cinque minuti, erano le 14,25, un'autopattuglia dei Caschi Bianchi, ponendo in essere l'acclarato senso d'umanità, responsabilità e professionalità si portava, a piedi e di corsa, sul luogo dell'infortunio.
Il malcapitato, noto fotografo cavese, riconosceva nei soccorritori il tenente Franco Ferrara e gli agenti Raffaele Masullo e Giovanni Ferrante, i quali, seppur affannati, tranquillizzavano l'infortunato perché di lì a breve sarebbe giunta un'autoambulanza del 118, allertata dall'operatore del loro Comando.
Gli stessi lamentavano, però, che nel percorrere la strada per giungere all'abitazione del Bottiglia, trovavano due gravi impedimenti, consistenti in una sbarra metallica chiusa con lucchetto ed in un cancello, anch'esso metallico, chiuso a chiave, impedendo loro di giungere più rapidamente in loco, costretti a lasciare l'automezzo di dotazione molto lontano, palesando preoccupazione anche per gli operatori del 118 che stavano per giungere.
Il tenente Ferrara rappresentava altresì al Bottiglia che gli impedimenti posti lungo la strada inibiscono ogni sorta di pronto intervento da parte di qualsiasi Forza di Polizia o dei Vigili del Fuoco o della Protezione Civile, qualora, come nel caso di specie o malauguratamente peggio, dovesse essere necessario il loro intervento, non sapendo però che tali “ostruzioni” erano state poste in essere dal suo confinante, tale A.D.D..
Giunti gli operatori del 118, il malcapitato Bottiglia, non potendosi nemmeno spiegare la barella, veniva portato a piedi fino al luogo ove era stata fermata l'autoambulanza e di lì all'Ospedale Civile Santa Maria Incoronata dell'Olmo, ove i sanitari gli riscontravano traumi contusivi.
Al protocollo del Palazzo di Città, Domenico Bottiglia ieri, indirizzata al Comandante della Polizia Locale, al Sindaco ed all'Assessore Laudato, ha depositato una circostanziata lettera di ringraziamento per l'opera svolta dagli audaci soccorritori: il tenente Ferrara e gli agenti Masullo e Ferrante, per l'encomiabile opera svolta verso un cittadino che, seppur nella sua abitazione o nei suoi fondi, è “prigioniero” di unilaterali decisioni del suo confinante, incurante di quanto possa accadere alle persone ed all'abitazione, non consentendo l'intervento di soccorritori.
Fonte: Il Portico
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