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Casa Brunetta, querela a Marrucci (Report) archiviata. «Riscontrate illegittimità, ma reati ipotizzabili prescritti»

Inserito da (redazionelda), martedì 19 luglio 2016 17:49:30

«Tre anni fa ero andato a farmi un po' i c... di Brunetta (che s'è rivelato un ottimo imprenditore immobiliare) e del suo amichetto del cuore Secondo Amalfitano, che da quando l'ha conosciuto è passato dall'Ulivo a Forza Italia, s'è beccato un po' di poltroncine pagate a peso d'oro. Guarda caso, mentre Amalfitano era sindaco di Ravello, Brunetta ottiene dal comune amalfitano i permessi per trasformare un tugurio in una reggia, in una zona dove è proibito anche solo tinteggiare le facciate. Ovviamente ero stato querelato».

E' quanto scrive sul proprio profilo Facebook il giornalista Giuliano Marrucci che nel novembre del 2013 aveva realizzato il servizio "Casa Brunetta" andato in onda nel corso della trasmissione di Rai Tre diretta da Milena Gabanelli il 18 novembre 2013 (clicca qui per rivedere il servizio).

«Oggi mi comunicano l'archiviazione della querela. Mi dicono che hanno "riscontrato positivamente quanto enunciato nel corso della trasmissione" e che hanno "evidenziato varie illegittimità", ma che però "stante l'intervenuta prescrizione degli ipotizzabili reati, si è ritenuto di non espletare ulteriori indagini". Insomma, gli è andata di culo».

Era stato lo stesso Secondo Amalfitano a sporgere querela per diffamazione a mezzo stampa nei confronti di Marrucci, della Gabanelli dell'ex presidente della Fondazione Ravello Domenico De Masi e dell'ex segretario generale Andrea Manzi (questi ultimi per le dichiarazioni rese nel corso del servizio, ritenute diffamatorie dal direttore di Villa Rufolo).

Ma, come spiegò la Gabanelli nell'introduzione al servizio «le sue case (di Brunetta nda) erano un pretesto per raccontare un'altra storia».

Era stato il Pubblico ministero Roberto Penna (che, lo ricordiamo, aveva stralciato le posizioni degli intervistati e degli estensori del servizio), a chiedere, nel dicembre 2014, l'archiviazione per Manzi e De Masi, non ritenendo di procedere in giudizio, dopo dieci mesi di indagini sulla carriera di Amalfitano da braccio destro di Brunetta a Presidente di Formez Italia.

De Masi e Manzi, nel corso del servizio non avrebbero affermato nulla di diffamante nei confronti di Amalfitano.

«Rimase senza fare il Sindaco - disse De Masi riferendosi alla sconfitta elettorale di Amalfitano del 2006 - e in qualche modo senza lavoro. In quei giorni noi ottenemmo la Villa Rufolo e io avevo bisogno di qualcuno che la gestisse. Quindi mi sembrò del tutto naturale che fosse lui. Il patto è che se avesse trovato poi un lavoro serio, avrebbe lasciato questo posto ad un altro ravellese, ad un giovane ravellese».

«E' il padrone di tutto» aveva dichiarato Manzi con riferimento alle attività di direttore di Villa Rufolo e segretario generale della Fondazione di Amalfitano, rivelando inoltre che la Fondazione Ravello avesse a libro paga una segretaria, Federica Bonfirraro, che di fatto lavorava a Roma presso Palazzo Grazioli.

E dire che poco più di due anni fa il giudice della prima sezione civile di Roma aveva dato torto all'ex ministro Brunetta che aveva querelato il settimanale "l'Espresso" per un sevizio (di cui con ogni probabilità prese spunto Report) pubblicato nel 2008 dal titolo "Quel furbetto di Brunetta" in cui già figuravano i suoi legami con l'ex sindaco Secondo Amalfitano, con l'acquisto e la ristrutturazione dell'abitazione di Ravello. Brunetta, che chiedeva 7,5 milioni di euro di risarcimento danni, fu obbligato a pagare finanche 30 mila euro di spese legali.

Proprio in seguito al servizio di Report la Guardia di Finanza aveva acquisito gli incartamenti relativi a casa Brunetta presso l'Ufficio Tecnico del Comune di Ravello.

Fonte: Il Vescovado

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