Tu sei qui: CronacaCava piange il suo padre spirituale
Inserito da (admin), venerdì 25 marzo 2005 00:00:00
Una folla immensa ha reso omaggio alla salma di padre Giuseppe Maria Baldini ed ha assistito al rito funebre nella chiesa di San Francesco, assiepata in ogni angolo. Confratelli, clero secolare, studenti, giovani, delegazioni da Sarno, Terzigno, dalla Costiera, da Tramonti, da Nocera, si sono stretti intorno ai rappresentanti della comunità francescana cavese per esprimere il loro profondo cordoglio. Una cerimonia semplice, ma toccante: nel giovedì santo non si può officiare il rito religioso, ma solo la liturgia della Parola. «La vita di padre Giuseppe è stata tutta una celebrazione», ha affermato padre Gigino Petrone. Il padre provinciale Manlio Di Franco ha percorso la vita del defunto, dal momento in cui Gesù gli chiese di seguirlo fino alla sua chiamata nella Pasqua eterna: «È stato un punto di riferimento costante e sicuro nella ricerca quotidiana e silenziosa della sequela di Cristo. Un frate innamorato della sua vocazione, appassionato della gioventù, uomo conquistato da Cristo». «Ha amato la Chiesa e l'ha servita fino agli ultimi istanti», ha scritto l'Arcivescovo Orazio Soricelli. Una personalità con la scorza dura del mondo contadino, i cui valori rifulsero nel suo continuo contatto con la gente. È ciò che tutti i suoi alunni, iscritti della Gifra, delle Acli, hanno voluto ricordare. «È cresciuto con negli occhi il campanile della Basilica della Madonna di Pompei, che osservava dal suo paese,Terzigno, e l'amore per la Mamma Celeste lo ha sempre accompagnato nel suo cammino pastorale», dichiara padre Agnello. La sua gioia erano i tantissimi giovani per i quali dava tutto se stesso. Arguto e faceto, con la sua bonomia frutto di un solido patrimonio di valori, sdrammatizzava situazioni dirompenti. «Quante famiglie sono state salvate!», aggiunge un altro dei suoi giovani, Giuseppe Maiorino. Dopo il sisma dell'80 aveva accompagnato lo sforzo di tutta la comunità francescana per un recupero della Basilica. «Abbiamo risposto al grido va, ripara la mia Chiesa», amava ripetere. Ed ora nella sua chiesa, in via di recupero, la popolazione lo ha pianto ed ha pregato per lui. «Ricordava tutti, non passava festività che non vedevamo arrivarci gli auguri del nostro padre assistente con la sua grafia tondeggiante. Era un appuntamento cui non sapeva rinunciare, ovunque stessimo», fa notare Aleotti. «Porterò per sempre nel cuore l'immagine di quel francescano che per me è stato un padre affettuoso», conclude Mario Foresta, già presidente della Gifra.
Fonte: Il Portico
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