Incontro tra il sindaco Alfredo Messina ed i rappresentanti della Caritas Diocesana, in prima linea nel sostegno alle fasce deboli della popolazione, per sottoporre al primo cittadino le iniziative in cantiere. «Abbiamo chiesto al sindaco di lavorare insieme per affrontare temi importanti e per i quali c'è bisogno di essere uniti - dichiara Rosario Pellegrino, direttore della Caritas Diocesana - siamo molto soddisfatti delle risposte avute. Per ottobre dovremmo essere in grado di aprire un centro di prima accoglienza per vagabondi ed emarginati, nel quale gli ospiti avranno la possibilità di farsi una doccia e di cambiarsi abito; non faremo mensa perché i frati francescani hanno già un'ottima struttura. L'altro progetto, invece, riguarda la realizzazione di un centro diurno per anziani, con un assistente sociale e dei volontari che organizzeranno momenti di socializzazione. Per quest'ultimo progetto, il sindaco Messina (nella foto) ci ha promesso che metterà a disposizione una struttura. Il nostro intento è quello di collaborare con le istituzioni per promuovere una cultura di solidarietà che restituisca, soprattutto, dignità alle persone». Sulla stessa lunghezza d'onda don Rosario Sessa, parroco del Duomo, che avanza una proposta concreta al sindaco Messina: «Noi siamo in grado di poterci accollare l'onere dell'accoglienza; se l'amministrazione ci mettesse a disposizione una struttura in grado di poter alloggiare un numero maggiore di persone, posso garantire il mio impegno personale e quello di tanta altra gente». Solo Casa Nazareth, la struttura di accoglienza della Caritas di San Pietro, è in grado di ospitare al massimo 8 o 9 persone. Non basta e la città denuncia una carenza in questo settore: l'opera dei servizi sociali, da sola, non può sostenere l'urto di circa un migliaio di richieste di assistenza di cavesi in difficoltà, per non parlare degli extracomunitari.