Tu sei qui: CronacaCeramica ‘doc', la Regione boccia Cava
Inserito da Il Mattino (admin), lunedì 27 gennaio 2003 00:00:00
Protestano i ceramisti cavesi per la decisione adottata dalla Regione, che ha individuato le zone di eccellenza di produzione della ceramica artistica e tradizionale a Vietri sul Mare, Capodimonte e nelle beneventane Cerreto Sannita e San Lorenzello, escludendo la Valle metelliana, che pure detiene il primato, come fatturato e produzione, di importante centro ceramistico del Sud Italia. Le aziende cavesi non potranno nemmeno fregiarsi del marchio "Ceramica artistica e tradizionale di Vietri", riservato solo a chi risiede e produce nel borgo costiero. «Una decisione - dichiara Dino Turino, ex presidente del "Consorzio Ceramisti Cavesi" - che non condividiamo. Siamo legati da una comunanza storica e territoriale: la ceramica vietrese è nata quando Vietri era una frazione di Cava. Per una logica restrittiva, invece di realizzare un distretto ceramistico allargato ai circa 20 Comuni del Salernitano, ne viene condizionato lo sviluppo. Non credo che nel Comune di Vietri la produzione sia tale da giustificare questo provvedimento». Anche Assimpresa scende in campo a tutela degli imprenditori cavesi. «Aspettavamo - afferma Renato Farano, presidente Assimpresa - che ci fosse un intervento dell'Amministrazione comunale su Regione e Ministero delle Attività produttive. Il Comune, invece, è completamente assente su questa problematica». Il "Consorzio Ceramisti Cavesi", con oltre 25 miliardi di fatturato, 250 addetti e 15 aziende, è il punto di riferimento di tutto il comparto dei ceramisti della Vallata, che conta una quarantina di piccole ed anche piccolissime fabbriche che ancora difendono lo status di artigianato. «Chiediamo che il Comune - invoca Gerardo Rispoli, presidente del Consorzio - si attivi in ogni sede per evitare ripercussioni negative. Dalla nostra, comunque, abbiamo qualità e capacità. Non basta un titolo per essere vincenti». Da Vietri, intanto, porte aperte per un progetto comune. «Il disciplinare risale ad una legge del 1990 - spiega Enzo Santoriello, presidente dell'Ente Ceramica Vietrese - ed è per una produzione artistica, di nicchia, fatta nei retrobottega. Il vincolo territoriale è stato, peraltro, imposto dal Ministero e ritengo non possa avere alcuna ripercussione negativa, sia economica che di sviluppo, per le aziende cavesi. Piuttosto, il consorzio "Vietri Ceramica" da anni ha registrato il marchio "ceramica vietrese", che identifica non il territorio, ma un processo produttivo. A questo marchio, che ha una valenza mondiale, invitiamo tutte le aziende ad aderire».
Fonte: Il Portico
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