Tu sei qui: CronacaCetara, fondi europei agli ex pescatori: tutti assolti
Inserito da (redazionelda), lunedì 8 marzo 2021 18:31:41
Per il contributo regionale per la cosiddetta "fuoriuscita precoce" dal settore della pesca, la vicenda penale si è conclusa con l'assoluzione dei 18 ex pescatori di Cetara, cancellati dai registri marittimi, dall'accusa di malversazione ai danni dello Stato.
Gli imputati sono stati assolti anche dalla contestazione di danno erariale in quanto la somma che hanno percepito era a titolo compensativo per essersi cancellati dal registro dei pescatori marittimi. La Corte dei Conti, Sezione Giurisdizionale di Appello di Roma, ha infatti stabilito che non vi era alcun obbligo dei pescatori di riconversione in altra attività diversa dalla pesca in quanto il bando a cui hanno partecipato non prevedeva tale condizione. Nove pescatori di Cetara (Pietro Imperato, Stefano Giuseppe Vitolo, Evangelista Vitolo, Vincenzo Spinace, Carmine Giacinto, Antonio Federico Bianco, Pietro Di Crescenzo, Salvatore De Crescenzo e Ferdinando Basile) erano difesi dall'avvocato Dario Barbirotti con l'avvocato Aniello Liguori. Per altri due pescatori, Francesco Vincenzo Ferrigno e Antonio Pappalardo, sempre difesi dagli avvocati Barbirotti e Liguori, è stato estinto il procedimento soltanto perchè deceduti e su richiesta della Procura, la Corte ha ritenuto di non dover continuare il procedimento nei confronti degli eredi.
Altri cinque pescatori di Cetara, Luigi Gatto, Francesco Pizzulli, Gennaro Paolillo, Sabato Giordano e Luigi Imperato, erano difesi dall'avvocato Felice Egidio.
Aniello Benincasa difeso dall'avvocato Gaetano D' Emma.
Improcedibile e inammissibile l'atto di appello per altri due pescatori napoletani coinvolti che con altri dovranno restituire parte di quel contributo. I giudici contabili, infatti, non hanno prosciolto tutti, come nel processo penale.
I FATTI
Tutto prese spunto dall'indagine dei finanzieri di Cava de' Tirreni nel 2016. I militari effettuarono una serie di accertamenti sui finanziamenti agli ex pescatori. Così scoprirono che molti di loro, pur avendo smesso di andar per mare, non avevano avviato, nei termini stabiliti dal bando, altra attività per giustificare il finanziamento di riconversione. Da ciò la richiesta di rinvio a giudizio per malversazione, dalla quale poi furono assolti. Molti dei pescatori che beneficiarono di quel finanziamento e sospesero l'attività di pesca al dettaglio locale, erano prossimi alla pensione. Non avrebbero neppure avuto motivo di intraprendere un'altra attività con dispendio di risorse ed energie.
La genericità dell'impegno ad una riconversione professionale del bando non fa emergere l'ipotesi di malversazione ai danni dello Stato. Parallelamente all'inchiesta della Procura ordinaria, partì quella della Corte dei conti. Il processo per il presunto danno erariale si è concluso solo in questi giorni. Non tutti, come nel penale, hanno goduto dello stesso trattamento assolutorio. Le posizioni sono state diversificate.
Fonte: Il Vescovado
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