Tu sei qui: CronacaCittà di Cava de'Tirreni, l'esatto toponimo
Inserito da Livio Trapanese (admin), mercoledì 26 marzo 2008 00:00:00
Rimembrando che le Terre di Cava, costituite fino al 18 gennaio 1807 dall'attuale Cava de'Tirreni e dagli ampi Casali di Molina, Vietri, Dragonea, Raito, Albori, Benincasa e Cetara, furono elevate all'alto rango di Città il 7 agosto 1394, con Bolla di Papa Bonifacio IX, delle nobile famiglia napoletana de' Tomacelli, di cui diremo in altro scritto, segnaliamo che l'esatta denominazione della "nostra" amata Città di Cava de'Tirreni, sebbene non sia certo se detta designazione origini dal nome attribuito alla "Cava Arsicia", detta pure "Cava di Metelliano", primitivo ricovero del nobile e pio diacono Alferio Pappacarbone, germe dell'Abbazia Benedettina della Santissima Trinità, o da quello dato alla "Via Caba", che già ai tempi di Roma imperiale era percorsa per giungere all'estremità dello stivale e viceversa, "tagliando" in due la Valle Metelliana, ancor'oggi non viene da tutti attuata. Anche di Marcina parleremo in altro scritto.
L'attuale definitivo toponimo, Città di Cava de'Tirreni, soppiantando quello di Città de La Cava, origina con l'entrata in vigore del Regio Decreto del 23 ottobre 1862, n. 935, registrato alla Corte dei Conti il 7 novembre 1862, volume n. 21 degli Atti del Governo, emanato in Torino (prima capitale d'Italia) dal Re Vittorio Emanuele II, accogliendo la Delibera del Consiglio Comunale Cavese del 27 agosto 1862. Altre cinque Comuni del Principato Citeriore (l'attuale Provincia di Salerno), con l'entrata in vigore del Regio provvedimento, mutarono i toponimi: Castiglione in Castiglione del Genovesi, Palo in Palomonte, San Cipriano in San Cipriano Picentino, San Mango in San Mango Piemonte e San Marzano in San Marzano sul Sarno.
Tornando alla Città di Cava de'Tirreni, indicandone correttamente le denominazione, si palesa la fusione tra la preposizione articolata de' col nome comune di popolazione Tirreni: de'Tirreni, proprio com'è indicato nel Regio Decreto n. 935 del 1862, ciò per testimoniare anche l'unione della primitiva denominazione della città, Cava, a quello del popolo che "la fondò", i Tirreni, discendenti di Jafet, terzogenito di Noè, giunti sulle "nostre coste", dopo il diluvio universale, dalla Palestina o Fenicia. A tal proposito lo storico Valerio Canonico ci ricorda che l'Abate dell'Abbazia Benedettina della Santissima Trinità de La Cava, Don Giulio De Ruggiero (18.11.1859-01.12.1878), invitato dalla Municipalità Cavese ad esprimere il suo parere sul toponimo che avrebbe deliberato il Reale governo, scelse Cava Tirrena, escludendo Cava Sannita, Cava Marcina e Cava Metella, suggerite dall'Amministrazione comunale.
Con l'emanazione del Reale Decreto, l'indicazione prescelta dall'Abate Cavense venne arricchita della preposizione articolata de' e non dei. La denominazione di Città di Cava in Città di Cava de'Tirreni, per la nostra comunità, originò da due motivi:
- il primo, per rimembrare, ai posteri, che questa Città fu "fondata" dai Tirreni, come sostenuto da tanti illustri storici del passato, ma anche contemporanei;
- il secondo, per distinguerla da altre tre, analogamente denominate, quali: due Cava: entrambe site in provincia di Ragusa, denominate poi Cava d'Aliga e Cava d'Aspica; Cava: l'attuale Forlì.
I tifosi della Cavese, in specie quelli della Curva Sud "Catello Mari", cavajuoli per eccellenza, sono corsi anche loro ai ripari, rispetto al passato, inneggiando: Noi, di Cava de'Tirreni, Tirreni, Tirreni! I cavesi, ma non solo loro, ancor'oggi, scrivono e leggono le più svariate indicazioni date alla Bologna del Sud, come Cava, Cava dei Tirreni, Cava D. Tirreni, Cava d. T., etc., proponendo una costante grave disinformazione storico-culturale, nonostante siano già trascorsi 146 anni da quell'ormai lontano anno 1862.
Per il frenetico interessamento di chi scrive, dopo vari decenni, la Società Autostrade Meridionali S.p.A., come pure Trenitalia S.p.A., hanno provveduto a rimuovere dall'A3 e dalla locale Stazione Ferroviaria le errate denominazioni. Una nota di merito deve essere tributata agli addetti delle litotipografie cavesi, per aver rettificato, sempre dopo nostre reiterate suppliche, ogni errata denominazione della Piccola Svizzera nei lavori di stampa. Sono ormai pochi i dissenzienti, ovvero quelli che attuano ogni diversa indicazione della Porta verde della Costa d'Amalfi. Fra i tanti responsabili noi citiamo i "pubblicitari" dei circhi equestri che giungono in Città e le litotipografie di città e comuni viciniori, quando eseguono lavori per i cavesi. Questi, come ogni cittadino, hanno il dovere di osservare quanto dispone il vigente R. D. n. 935 del 1862!
Noi non ci stancheremo mai di fare la nostra parte, divulgando l'esatto toponimo (Cava de'Tirreni), ma, nel mentre, ci chiediamo: "a chi spetta fare osservare il secondo comma di questa Legge dello Stato? Auspicando in un repentino ravvedimento da parte degli ostinati disallineati (non sappiamo più come definirli), visto che l'inosservanza, allo stato, non è sanzionabile, fatto salvo il disposto dell'art. 650 del C. P. (qualora applicabile), non ci resta che sottolineare il danno storico-culturale costantemente arrecato alla comunità della Bologna del sud da oltre 146 anni. Tutelare il toponimo della propria Città è un diritto-dovere d'ogni cittadino. Esortiamo quanti debbono citare in scritti e documenti il toponimo della nostra Città a farlo, e farlo fare, con l'unica e corretta "forma", che è Città di Cava de'Tirreni.
Fonte: Il Portico
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