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Cronaca

Colpo alla Popolare, la pista porta agli slavi

Inserito da Il Mattino (admin), mercoledì 6 marzo 2002 00:00:00

Napoletani ed extracomunitari: sarebbero questi gli unici indizi per cercare di identificare le due bande di rapinatori che, a distanza di pochi minuti, hanno svaligiato le casse della filiale della Banca Popolare dell'Emilia Romagna (nelle foto in alto ed al centro) e dell'Istituto di Credito Arditi e Galati in via Mazzini. È proprio sulla loro inflessione dialettale che si concentrano le indagini degli inquirenti. Dietro la rapina a Santa Lucia ci sarebbe una vera e propria banda. Quattro, forse cinque complici, tutti del Napoletano, legati, si presume, da amicizie, affari di vecchia data con conterranei trapiantati a Cava. A far dirottare i controlli su questa pista sarebbe stata la stessa dinamica del colpo. Secondo gli investigatori, coordinati dal vicequestore Sebastiano Coppola, i rapinatori conoscevano bene la zona, ma soprattutto quando agire ed in che modo. Insomma, avrebbe potuto contare su una «talpa».

La ricostruzione

Di tutta la vicenda viene fornita una prima ricostruzione. La banda avrebbe perlustrato più volte via Lamberti: sulla base di alcune testimonianze, si parla di persone sospette viste circolare in zona. Lunedì sarebbero entrate in azione. L'orario è quello prescelto: poco prima delle 13. Con un coltello alla gola avrebbero disarmato il vigilante sorpreso di spalle. Mentre due complici erano in strada, gli altri due svaligiavano le casse. Più in là, alla fine della strada, una Ford Escort li aspettava per la fuga. Hanno usato cappellini con visiera ed occhiali a specchio: i fotogrammi delle telecamere a circuito chiuso non consentono, infatti, di decifrare i loro lineamenti. Alcuni testimoni parlano di giovani visti qualche ora prima del colpo, notati per il loro strano atteggiamento: vestiti con cappotti, cappellini e sciarpe, nonostante il caldo, e continuamente attaccati al cellulare. Nessuno, però, ha avvertito le Forze dell'Ordine, né è stato possibile tracciare un identikit

Le ipotesi

A questo punto per gli inquirenti non ci sono dubbi: ad entrare in azione sarebbero state due bande diverse. Ed a confermare questa tesi investigativa ci sarebbero vari elementi. Per primo l'orario delle due rapine: dai calcoli eseguiti risulta evidente che c'è una sovrapposizione tra i due colpi. Gli investigatori, sulla base di primi controlli, hanno calcolato che la rapina a Santa Lucia è durata più di venti minuti. Un arco di tempo troppo lungo per consentire all'auto di raggiungere la seconda filiale da svaligiare. Un'ulteriore conferma arriverebbe dai centralini del Commissariato e della stazione dei Carabinieri, che sembra abbiano ricevuto i due sos quasi in contemporanea. Ma a fare luce su tutta la vicenda sarebbe stata la ricostruzione del colpo alla Arditi e Galati (nella foto in basso), a pochi passi dal casello autostradale. I Carabinieri, diretti dal comandante Giuseppe Recchimuzzi, hanno subito concentrato le loro indagini intuendo che le persone coinvolte fossero due, con il volto coperto da passamontagna ed un chiaro accento straniero. Armati di un banale temperino, hanno portato via circa 2.500 euro. Salta, così, fuori una seconda banda ed un secondo fascicolo di inchiesta. Per ora si va con i piedi di piombo: le indagini sono ancora in una fase iniziale. Con la speranza che finisca come un anno fa, per la precisione il 5 aprile del 2001. A cadere nel mirino il Banco Ambrosiano Veneto: l'agenzia di via Benincasa fu saccheggiata da un malvivente, fintosi qualche giorno prima correntista. Con l'aiuto di un complice, ripulì le casse, portando via circa 20 milioni. Le telecamere della filiale immortalarono le loro facce. Dopo qualche settimana, gli agenti della Polizia locale, in collaborazione con la Squadra antirapine di Napoli, riuscirono ad acciuffarli.

L'indizio: un'impronta

Sono stati ascoltati per più di un'ora i dipendenti della Banca Popolare dell'Emilia Romagna, ma non sono riusciti a fornire un preciso identikit dei rapinatori. Anche Vincenzo Ambrosano, la guardia giurata presa in ostaggio dai malviventi, non è stato in grado di descrivere i loro volti. Qualche indizio potrebbe essere collegato alla sua Opel blu: i rapinatori sapevano di trovarla ferma davanti all'ingresso. Elementi importanti potrebbero arrivare dai rilievi eseguiti sul cofano, dove molto probabilmente uno dei complici ha posato le mani senza usare guanti.

Fonte: Il Portico

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