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‘Comune e Provincia sono poco sensibili'

Inserito da Il Mattino (admin), giovedì 31 gennaio 2002 00:00:00

Ha un nuovo presidente l'Associazione storico-culturale, fondata nel 1987, "Trombonieri, Sbandieratori e Cavalieri" di Cava de' Tirreni. È Francesco Senatore (nella foto), 56 anni, sposato con quattro figli e noto personaggio nel panorama culturale e folkloristico di Cava. Senatore, infatti, è già presidente di un omonimo Gruppo di Trombonieri e, da anni, è impegnato nella valorizzazione e nella trasmissione delle tradizioni metelliane, attraverso manifestazioni e mostre. L'ultima esposizione, «Storia illustrata di Cava», risale allo scorso anno; tra pochi mesi le tavole disegnate da Senatore saranno raccolte anche in un libro. È felice per la recente nomina? «Sì, tantissimo. Per un cavese come me è un onore ricoprire questa carica. Inoltre, sono figlio di un tromboniere e proprio da mio padre ho ereditato questa passione, che ho trasmesso anche ai miei figli. Eserciterò questo incarico con passione e dedizione». Quali sono i suoi progetti? «Il mio lavoro sarà indirizzato alla rivalutazione della Disfida dei Trombonieri. Negli ultimi anni ho notato una disaffezione nei confronti della manifestazione: per questo il mio scopo è quello di restituire all'evento l'importanza che merita. Le sterili polemiche che hanno caratterizzato le precedenti edizioni hanno sminuito ed adombrato la rilevanza storica della manifestazione. Per questo mi prefiggo di aprire un dialogo con tutte le associazioni culturali presenti sul territorio, al fine di superare il campanilismo e trovare insieme una strategia per rilanciare a livello nazionale il nome di Cava e la sua storia». Secondo lei perché una manifestazione così importante non riesce a valicare i confini locali? «Prima di tutto perché non si investe sulla pubblicità e sull'informazione. E poi perché le energie, le risorse vengono disperse». Si spieghi meglio. «Lo faccio con un esempio. La Disfida dei Trombonieri ha perso il suo fascino anche perché, durante la serata che si svolge nel campo sportivo, la rievocazione storica è accompagnata da tanti numeri, da tanti piccoli spettacoli anacronistici ed incoerenti con il significato della manifestazione. Il pubblico è distratto, a volte annoiato, da tutte queste esibizioni e non coglie il valore e la spettacolarità dell'evento. Naturalmente, anche le risorse economiche vengono disperse». È un problema anche di finanziamenti? «Già, i soldi a disposizione sono pochi. Il Comune stanzia, ogni anno, per la Disfida circa 40 milioni. La Provincia, invece, dà un contributo di 20 milioni. Il mio augurio è che gli enti locali possano darci un maggiore sostegno economico, altrimenti il salto di qualità non potrà realizzarsi». Da anni è impegnato nella trasmissione della storia e dei costumi di Cava. I cavesi come recepiscono questo messaggio? «Tutto sommato, c'è interesse per il passato e le tradizioni. Ho felicemente riscontrato che questa attenzione è presente soprattutto nei giovani. Per questo ho fiducia nella crescita e nello sviluppo della città e delle sue manifestazioni. Da parte mia c'è il forte desiderio di dare un contributo per una svolta, un cambiamento. Ma, si sa, per certe cose non c'è bisogno solo di passione, di buona volontà e di continuità nel lavoro. Arrivati ad un determinato punto, l'impegno dei singoli non è più sufficiente. È necessario l'intervento della politica e degli amministratori». È vero che si sta impegnando perché si possa ritornare a sparare i tradizionali fuochi di Monte Castello? «Direi che è un desiderio. Non solo per la bellezza dei fuochi, ma anche perché è uno storico momento di aggregazione della comunità. Sul ritorno di questa tradizione non ho influenze. È una decisione che coinvolge il Comune, la Protezione Civile, le autorità e, naturalmente, spetta all'Ente Monte Castello avanzare la proposta».

La leader uscente: «Siamo tutti con lui»

«Ritengo - dichiara Ada Viscito, presidente uscente - che abbiamo fatto un buon lavoro nei tre anni della mia presidenza, soprattutto in armonia. La presenza femminile è servita, in qualche occasione, anche a stemperare gli animi. Il mio augurio? Che l'Amministrazione prenda veramente a cuore la Disfida, per darle quella risonanza di livello nazionale che merita».

Fonte: Il Portico

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