Tu sei qui: CronacaDimenticare le cose studiate è normale: una ricerca pubblicata su "Neuron" spiega il perché
Inserito da (ilvescovado), sabato 24 giugno 2017 16:39:56
Specie in questo periodo di "sessione estiva" gli studenti universitari si chiedono il motivo per cui dimenticano con tanta facilità ciò che hanno studiato in settimane di dura fatica. La verità non è che si ha una pessima memoria e una ricerca pubblicata sulla rivista "Neuron" da parte di Paul Frankland e Blake Richards, neuroscienziati dell'University of Toronto, in Canada, lo spiega chiaramente.
Per il buon funzionamento della mente, è infatti necessario dimenticare buona parte di ciò che si è studiato o che semplicemente si è visto o sentito: serve per evitare che il cervello si ingorghi e non riesca più a funzionare come si deve. Una specie di sovrascrittura rimpiazzerebbe le informazioni già immagazzinate dalla memoria, rendendone più difficile l'accesso da parte della coscienza.
Da un punto di vista strettamente neurobiologico, il meccanismo si basa sull'eliminazione o l'indebolimento di connessioni sinaptiche (i punti di contatto e scambio tra i neuroni) che si creano man mano con le nuove informazioni. Contemporaneamente, la creazione di nuovi neuroni a partire dalle cellule staminali presenti nel cervello, specie nell'area dell'ippocampo, piccola struttura cerebrale fondamentale per la memoria, danno origine a nuove sinapsi, che rimodellano i circuiti cerebrali sovrapponendosi a quelle già esistenti.
Cancellare le informazioni che il cervello percepisce come "superflue" serve a mettere gli esseri umani in condizione di prendere decisioni in maniera intelligente. Infatti, fare spazio per le informazioni nuove e dare loro una sorta di priorità di accesso è uno degli strumenti dell'adattamento all'ambiente. Cancellare i dettagli delle cose già capitate serve a decidere con efficacia nel caso di esperienze simili.
È quindi normale che quando si smetterà di ripetere e utilizzare certe informazioni apprese, ad esempio, per un esame, si finirà per dimenticarle in gran parte. Solo le informazioni di carattere generale alle quali si tende ad avere accesso quotidianamente sembrano essere immuni dalla dimenticanza attiva.
Fonte: Il Portico
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