Tu sei qui: CronacaDon Emilio Papa è tornato alla Casa del Padre
Inserito da Livio Trapanese (admin), venerdì 18 marzo 2011 00:00:00
Nella tarda serata di giovedì, erano le 23.30, nel mentre l’Italia tutta era attenta a solennizzare i primi 150 anni dell’unità nazionale, don Emilio Papa esalava l’ultimo respiro e, staccandosi da questa terra, ha raggiunto la Casa del Padre. La parrocchia di San Nicola di Bari in Dupino, come l’intera “valle metelliana” e non solo, rimpiange un Ministro della Chiesa che ha dato tutto se stesso, ma anche tantissimo del patrimonio familiare, agli altri.
Parroco di “vecchio stampo”, diceva qualcuno, poiché, per don Emilio, ma come dovrebbe essere nella norma, la Santa Messa domenicale doveva essere la “costante medicina” dell’anima dei cristiani. Al divulgarsi della ferale notizia, la Città è rimasta sgomenta e non è stato facile per don Rosario Sessa, Parroco della parrocchia di Sant’Adjutore nella Concattedrale dover l'Arcivescovo, S.E. Orazio Soricelli, il Capitolo, i sacerdoti, religiosi e religiose della valle.
La mamma, Luisa Vassallo, lo diede alla luce nell’abitazione di famiglia, come un tempo avveniva, sita al Borgo Scacciaventi di Cava de’Tirreni, il 9 novembre 1934. Papà Federico era rinomato per l’arte ferriera. Quando il 10 agosto scorso, don Emilio, attorniato dai parenti, i religiosi, la comunità parrocchiale e tanti, ma tanti cavesi e non, festeggiò i primi 50 anni di sacerdozio, alle nostre domande, dichiarò: “La mia può definirsi una vocazione adulta, poiché già avevo conseguito la licenza liceale presso il Liceo Statale di Cava de’Tirreni. Il primo anno di studi, era l’autunno del 1953, lo spesi bene presso il Pontificio Seminario della Regione Salernitana-Lucana di Salerno, ove appresi cos’è la filosofia scolastica; il secondo l’ho profuso a Posillipo, per conoscere la teologia scolastica. I successivi tre anni li trascorsi presso il Seminario salernitano”.
Fu S.E. Monsignor Alfredo Vozzi, Vescovo della Diocesi di Cava de’Tirreni, oltre dieci lustri or sono, a consacrarlo sacerdote nella Basilica Minore Pontificia della Madonna dell’Olmo. Il primo incarico di don Emilio Papa, oltre quello di viceparroco presso l’allora Cattedrale di Sant’Adjutore e la Chiesa di Santa Maria Assunta in Cielo e delle Anime del Purgatorio, fu quello d’interessarsi delle esigenze scolastiche dei seminaristi, presso il seminario cavese, e di svolgere le mansioni di Assistente Ecclesiastico del folto Gruppo Scuots CAVA 1°, pagando anche i fitti dei locali occupati dai giovani lupetti, esploratori e rover, siti in un appartamento (con annesso guardino) con accesso nel piccolo portone adiacente il cinema Metelliano.
Nel 1962, don Emilio, in ossequio alle disposizione ricevute dal Pastore della Diocesi, dovette lasciare tutti gli incarichi, per assumere la Vicaria delle parrocchie di Rotolo, Maddalena e Dupino. Dal 1963 ad oggi è stato il Parroco della sola comunità di Dupino, ove, in tutti questi lustri, con proprie risorse, ha istituito la scuola materna, accogliendo centinaia di bambini di Cava de’Tirreni e dei comuni viciniori; ha restaurato le unità immobiliari parrocchiali, locandole (con fitti magri) a persone del luogo; ha istituito l’oratorio, punto di riferimento dei giovani cavesi e di quelli del vasto circondario, quando questo nulla offriva agli stessi; ha realizzato un campo sportivo ed un circolo ricreativo; non tralasciando il primo famoso presepe interamente mobile.
Don Emilio Papa, è stato non un sacerdote, ma il sacerdote che si è totalmente proteso verso le esigenze altrui, destinando ogni risorsa ai bisogni della comunità. A questo nobile e virtuoso esempio di elevate virtù cristiane, non possiamo far mancare le nostre attestazioni di gratitudine, per cui, sabato mattina, alle 9.30, come una parola d’ordine, tutti nella “sua” chiesa parrocchiale in Dupino, per pregare il Signore affinché lo accolga fra le sue paterne braccia e ci dia sempre più sacerdoti di tale “vecchio stampo”. Noi lo ricordiamo nel corso del nostro lungo sentiero scouts (1959/1966) e possiamo ben affermare l'inestimabile bene che il nostro don Emilio Papa ha profuso verso quanti l’hanno conosciuto, quale raro faro, sempre acceso, verso le necessità altrui.
Fonte: Il Portico
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