Tu sei qui: CronacaElettromiografia ed elettroneurografia, quando e come vanno prescritti
Inserito da (admin), mercoledì 7 aprile 2010 00:00:00
Un protocollo per aiutare medici di base e specialisti a meglio orientarsi nel prescrivere ai pazienti esami di elettromiografia ed elettroneurografia. Per migliorare la sensibilità diagnostica, ma soprattutto per ridurre tempi di esecuzione, costi e disagi agli utenti, salvaguardando i pazienti che di tali esami avrebbero davvero bisogno.
Le indicazione per un “corretto ricorso” alle predette prestazioni sono contenute in una nota che la d.ssa Giuseppina Salomone, direttore della Struttura Semplice Dipartimentale di Neurofisiologia di Nocera Inferiore, ha inviato in questi giorni a tutti i colleghi, nella quale sono contenute alcune raccomandazioni ed indicazioni sulle esatte modalità di prescrizione degli esami in questione.
Questa alcune delle raccomandazioni:
- L’esame va sempre inserito in un preciso contesto clinico;
- come indagine funzionale non fornisce informazioni circa l’eziologia della malattia, mentre può essere utile per una diagnosi di sede;
- è necessario circoscrivere l’indagine per ridurre al minimo il disagio per il paziente;
- i risultati possono essere di dubbia attendibilità in persone anziane affette da lesioni neurogene croniche, malattie sistemiche, vasculopatie periferiche, obesità, ulcere trofiche o edema;
- per patologie croniche, il controllo neurofisiologico ha intervalli utili di anni (patologie eredo-degenerative, complicanze neurologiche di patologie sistemiche endocrine ed autoimmuni);
- il ripetuto monitoraggio di condizioni cliniche quali la neuropatia diabetica, alcolica o uremica, le radicolopatie compressive o le sindromi dolorose croniche, è del tutto ingiustificato, a meno che non venga eseguito nell’ambito di trials terapeutici o di protocolli di ricerca;
- è necessario avvertire l’esaminatore dell’assunzione di farmaci anticoagulanti, della presenza di pacemaker cardiaci o di stimolatori elettrici; segnalare patologie della coagulazione, malattie infettive a trasmissione ematica;
- è utile evitare le richieste con indicazione dubbia o assent.
In particolare nel soggetto diabetico non è indicato:
- come test di screening per la neuropatia diabetica (esistono test più semplici e facilmente eseguibili);
- nei pazienti asintomatici e con test quantitativi della sensibilità negativi anche in presenza di fattori di rischio per lo sviluppo della neuropatia diabetica (durata della malattia maggiore di 20 anni, scompenso glico-metabolico, presenza di altre complicanze);
- per confermare una diagnosi già accertata con la valutazione clinica ed i test quantitativi della sensibilità.
Queste, invece, le modalità di prescrizione che i medici dovranno seguire:
Il medico di medicina generale o lo specialista di struttura pubblica che richiedono un esame EMG/ENG devono:
1. Specificare sempre il quesito diagnostico, eventuali dati anamnestici essenziali correlati e segni obiettivi principali rilevati;
2. specificare eventuali patologie concomitanti (diabete, collagenopatie, nefropatie…), esposizioni abituali o eccezionali, professionali e non a tossici, fattori di rischio per carichi di lavoro e movimenti ripetitivi di tronco ed arti, precauzioni per soggetti in terapia anticoagulante o portatori di pacemaker;
3. evitare richieste generiche (che non tengano conto dei territori/segmenti interessati dalla patologia ed oggetto dell’indagine);
4. prescrivere l’esame dopo altre indagini che possono, eventualmente, apportare dati importanti per l’inquadramento diagnostico;
5. ricordare al proprio assistito di portare, all’atto dell’effettuazione della prestazione, la documentazione di prenotazione, i referti di esami e visite specialistiche utili all’esecuzione dell’esame.
6. Ricordare al proprio assistito di avvisare il CUP in caso di rinuncia e/o di impossibilità a sottoporsi all’indagine neurofisiologica.
L’Ufficio Stampa ex Asl Sa/1
Fonte: Il Portico
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