Tu sei qui: CronacaEx Despar, mobilità a rischio
Inserito da La Redazione (admin), giovedì 3 marzo 2011 00:00:00
Un cavillo burocratico separa i 150 dipendenti della Holding D’Andrea Company (Hdc) dall’ottenimento della cassa integrazione per crisi aziendale. A mancare è la sottoscrizione dei documenti da inoltrare all’Inps. Sottoscrizione che spetterebbe ancora ad Antonio Della Monica, il quale però, accusato di bancarotta fraudolenta per il crac Alvi, si trova agli arresti domiciliari.
Di fatto, Della Monica risulterebbe essere ancora il rappresentante legale del gruppo, dato che l’udienza che stabilirà le sorti dell’Hdc dovrebbe svolgersi il prossimo 28 marzo. E pertanto, al momento toccherebbe ancora a lui firmare la documentazione utile per la concessione della mobilità.
Paradossale è il termine utilizzato da Franco Tavella, segretario provinciale della Cgil, per inquadrare la difficile situazione vissuta dai lavoratori della società, costretti, a suo dire, a subire anche i ritardi dettati dalla situazione giuridica del loro ormai ex patron. E proprio in questa direzione s’inserisce la richiesta inoltrata dallo stesso Tavella all’Istituto per le Previdenza Sociali (Inps) per una rapida soluzione del caso.
Ricordiamo, intanto, che i punti vendita Cavamarket e Gds, rami della Holding D’Andrea Company, di recente gestiti dalla “2C”, società degli imprenditori casertani Rosario Catone e Carlo Caputo, sono tornati nella disponibilità della curatela fallimentare, così come richiesto dai curatori Giovanni Alari e Giacomo Sorrentino.
In effetti, la curatela non ha ritenuto valido il contratto di fitto di ramo aziendale presentato dalla “2C” perché realizzato nei mesi precedenti al fallimento dell’azienda di Antonio Della Monica. Contratto che comunque aveva consentito già a circa 400 dei complessivi 600 dipendenti di ritornare al lavoro. L’unica nota lieta della vicenda, come sottolineato anche dagli organi confederali, consisterebbe nell’inclusione della clausola di manodopera nel verbale dei curatori. Un escamotage grazie al quale la nuova proprietà aggiudicataria dell’asta dovrà impegnarsi a riassumere tutti i lavoratori del gruppo.
Asta pubblica che dovrebbe svolgersi entro 2 mesi dal perfezionamento del passaggio dei 25 negozi in ballo (tra cui rientrano quelli cavesi di Corso Mazzini e via De Filippis) alla curatela fallimentare, anche se al momento è stato stabilito che i market rimarranno aperti fino ad esaurimento scorte.
Fonte: Il Portico
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