Tu sei qui: CronacaFesteggiamenti per il SS. Sacramento, la ricetta di Trapanese
Inserito da (admin), lunedì 19 giugno 2006 00:00:00
Domenica 18 giugno, con la S. Messa celebrata nella Concattedrale dall'Arcivescovo Orazio Soricelli, ha preso il via la 350ª edizione della "Festa di Montecastello", organizzata dall'Ente Culturale Storico-Religioso Onlus "Montecastello". Uno degli appuntamenti più attesi e sentiti nella città metelliana, sulle cui modalità di svolgimento, però, non tutti sono d'accordo. A partire da Livio Trapanese, storico cavese, che suggerisce la sua "ricetta" per migliorare la manifestazione, iniziando dal nome. Leggiamo insieme...
I festeggiamenti in onore del Santissimo Sacramento, detti la "Festa di Castello".
Come vorrei che venissero svolti!
«Certamente non come oggi! Anima e coraggio, occorre ritornare al passato, adottando anche taluni accorgimenti. Siamo abituati a dire: i tempi sono cambiati, ma cosa può cambiare se non la modifica o la snatura l'uomo? I festeggiamenti in onore del Santissimo Sacramento dovrebbero essere eseguiti nel solo giorno di giovedì dell'ottava del Corpus Domini, eliminando il frastuono che impera per la Benedizione dei Trombonieri (quest'anno dalle ore 18 alle ore 21 di sabato 24 giugno 2006). Vi chiederete come?
I Sodalizi di Sbandieratori cittadini, in pari numero, non dovrebbero allinearsi ai lati dei Casali di Trombonieri, bensì prendere posto su un'alta tribuna da realizzare tra Corso Umberto I e Piazza Vittorio Emanuele III, detta Piazza Duomo, dove viene alzato il panno! Sotto il sagrato della Concattedrale di Sant'Adjutore dovrebbero prendere posto i rappresentanti dei Quattro Distretti e non più dei Casali, visto che è la benedizione dei trombonieri, ed il Prelato officiante, con i soli vertici delle Autorità locali, dovrebbe invocare la protezione della Santa Trinità da un sobrio pulpito, dietro del quale andrebbe posto un mega-luminoso Ostensorio, poggiato su un drappo di colore rosso, tanto da divenire faro per gl'imperterriti distratti.
Gli sbandieratori, all'unisono, dovrebbero scandire (con note soft e mai roboanti) l'ingresso dei Pistonieri in piazza, mentre lo speaker ne rimembra i trascorsi storici. Al termine della benedizione, gli sbandieratori dovrebbero dispiegarsi lungo l'intero Borgo porticato ed allietare i presenti con i loro singolari volteggi e le dolci musiche d'epoca lontana.
Occorre tornare al passato anche per quanto attiene il secolare sparo dei pistonieri. Oggi i Trombonieri, ricevuta la benedizione, vengono chiusi nella secolare Villa di Viale Crispi, ove esercitano l'antico sparo. Subito dopo sfilano per la città, ma quanti hanno modo di osservarne i costumi e gli archibugi nei loro dettagli e quanti hanno partecipato alla processione del giovedì? Pochi! E dove sono i rappresentanti dei Casali di Vietri e Cetara?
In passato, i pistonieri, senza distinzione di Casali, mostravano la storica abilità dinanzi al sagrato del Duomo. In epoca successiva, quando l'Ente Montecastello diede inizio alla Gara di Sparo, i pistonieri, dividendosi in gruppi, replicavano le scariche dei pistoni (archibugi) in Piazza Roma, oggi Abbro, poi in Piazza Nicotera, (San Francesco) e, per ultimo, dinanzi alla Chiesa dei Cappuccini, ricevendo altre distinte benedizioni. Si portavano quindi dinanzi alla secolare chiesa della Santissima Annunziata, ove coi pistonieri del Borgo Croce attendevano che principiasse la processione per ascendere con essa sul Colle di Sant'Adjutore (Monte Castello).
Lungo l'itinerario ripetevano le salve di sparo, proprio come facevano i loro padri dal 1657. Dopo la Santa benedizione impartita dai Reverendi Padri dai quattro lati del maniero, scendevano dal Castello per raggiungere le famiglie e con esse gustare la tradizionale cena (pastiera di maccheroni, milza, melanzane alla parmigiana ed al cioccolato, zucchine alla scapece e frutta di stagione) in attesa dello spettacolo pirotecnico, ospitando quanti non avevano, come dirimpettaio, il cono di Monte Castello.
Chi non partecipava alla pia processione, si ritrovava sui balconi e terrazzi che guardano Castello, per seguire anch'essi, con animo devoto, le salmodie processionali ed il Canto del Te Deum echeggiava in tutta la valle. Tornare al passato vorrà dire ritrovare la nostra radice religiosa, la tradizione e l'unione familiare, ricordando che Cava de'Tirreni è Città Eucaristica, come solo altre 65 del mondo».
Livio Trapanese
Fonte: Il Portico
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