Tu sei qui: CronacaFinita la Festa, continuano le polemiche
Inserito da (admin), lunedì 14 settembre 2009 00:00:00
Chiaro come sempre il primo cittadino di Cava de’Tirreni, Luigi Gravagnuolo, durante il suo appuntamento settimanale su YouTube. Il sindaco si è soffermato sulle polemiche che si sono succedute negli ultimi giorni in relazione ai festeggiamenti della patrona, Maria Santissima dell’Olmo.
La prima risposta di Gravagnuolo arriva contro le accuse dell’ex assessore alla Sicurezza, Alfonso Senatore, che aveva denunciato l’invasione di bancarelle lungo i portici e, in modo particolare, la presenza di numerosi venditori abusivi e stranieri clandestini che vendevano merce contraffatta.
«Le bancarelle sono una tradizione della Festa patronale - ha dichiarato il primo cittadino - Quest’anno, oltre ad essere in numero inferiore, abbiamo reso la disposizione più ordinata ed abbiamo fatto attenzione affinché non ci fossero abusivi. Abbiamo, comunque, garantito anche agli extracomunitari in regola di vendere la propria merce, il contrario sarebbe stato sinonimo di becero razzismo. Questo sentimento non appartiene alla nostra città».
Non sono mancate le polemiche dei commercianti a posto fisso e dei possessori di bancarelle sempre alla ricerca del posto migliore. Anche queste, però, fanno parte della Festa, come afferma Gravagnuolo: «Non c’è nulla di nuovo sotto il sole».
Il primo cittadino, poi, non ha mancato di bacchettare le organizzazioni di categoria dei commercianti. A Cava, solo 200 dei 1.000 commercianti sono iscritti alle associazioni di categoria. Un problema secondo Gravagnuolo, visto che ciò non consente all’Amministrazione comunale di avere un dialogo con una rappresentanza effettiva. «Si preoccupino di essere più rappresentativi o prenderemo decisioni senza nessun consulto», avverte il primo cittadino.
Le polemiche dei gestori delle attività commerciali avevano riguardato la deroga all’ordinanza della chiusura dei negozi prevista l’8 settembre. Gravagnuolo ha voluto precisare l’incongruenza delle associazioni di categoria, che, dopo aver raggiunto l’accordo, hanno gridato allo scandalo il giorno dopo, invocando le dimissioni dell’assessore al Commercio.
Fonte: Il Portico
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