Tu sei qui: Cronaca‘Il Giorno della Memoria' a Cava
Inserito da Il Salernitano (admin), martedì 28 gennaio 2003 00:00:00
Anche a Cava de' Tirreni, come nel resto d'Italia, ieri è stato commemorato "Il Giorno della Memoria", con iniziative forti e momenti di riflessione. A farsi promotore delle iniziative metelliane è stato il vulcanico professore Franco Bruno Vitolo, esponente della nuova sinistra ulivista cavese e docente presso il Liceo Scientifico cittadino. Nell'aula consiliare del Comune di Cava, c'è stato, nella mattinata di ieri, il momento clou, coronato da una serie di ricordi su che cosa abbia significato l'Olocausto per milioni di esseri umani, trattati alla stregua di bestie. La città dei portici ha sempre vissuto in modo particolare questa forte quanto drammatica pagina della storia del secolo scorso, avendola interpretata anche attraverso una delle protagoniste di quei giorni, Settimia Spizzichino (nella foto), unica donna romana ebrea sopravvissuta ai terribili forni crematori di Auschwitz. La Spizzichino è diventata cittadina onoraria di Cava de' Tirreni durante il primo mandato dell'ex Amministrazione comunale targata Raffaele Fiorillo, in concomitanza con la pubblicazione di un diario della guerra della stessa donna. Nella serata di ieri, coloro che furono i compagni di viaggio di quest'esperienza cavese della Spizzichino si sono incontrati al Comune di Nocera Inferiore, per tracciare un ricordo della sua figura. In ricordo, riportiamo brevemente alcuni passi dell'ultima intervista rilasciata dalla Spizzichino. Una donna fortissima, Settimia, che ha sempre sentito il dovere di testimoniare in nome della memoria, girando l'Italia in lungo ed in largo, per 50 anni, nelle scuole. «Adesso sono tanti quelli come me - disse - che sentono l'esigenza di raccontare ai giovani quello che è stato, di spiegare che cosa erano i lager nazisti. Ma all'inizio erano molti a non capire, a dirmi: "Settimia, ma chi te lo fa fare, per te è meglio dimenticare tutto". Devo illustrare ai ragazzi come funzionava il campo, dov'erano le baracche dormitorio, dove facevano gli esperimenti umani, dove anch'io ho fatto da cavia. È un dovere, perché solo chi ci è stato davvero può trasmettere le emozioni reali». La Shoah, lo sterminio nazista, ha avuto nei confronti delle donne lunghi momenti di barbarie. La storia di alcune di loro ci è giunta postuma, mentre altre sono riuscite a trasmettere di persona la loro esperienza, così come è avvenuto per la Spizzichino. Racconti al femminile, dunque, che ci aiutano ad immaginare i diversi modi nei quali gli uomini e le donne risposero all'assalto nazista. Perché l'esperienza di donne in condizioni di estrema vulnerabilità rivela il loro coraggio, il loro apporto alla resistenza armata nei ghetti, la peculiarità delle loro sofferenze. Perché fu una donna che dal campo di Westerbork, prima di entrare "per sempre" ad Auschwitz, scrisse: «Trovo bella la vita e mi sento libera».
Fonte: Il Portico
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