«È apparsa la grazia di Dio, portatrice di salvezza per tutti gli uomini, che ci insegna a vivere con sobrietà, giustizia e pietà in questo mondo»: con le parole dell'apostolo Paolo, indirizzate a Tito, Mons. Orazio Soricelli (nella foto), rivolgendosi ai fedeli dell'Arcidiocesi Amalfi-Cava, ha salutato il Natale 2002, convinto che il cristiano possiede in sé il seme per la maturazione di un modello di vita costantemente provocatorio nei riguardi delle culture di ogni tempo. Seppure sotto forme diverse, la voglia di sballo, il gusto della disonestà ed il senso dell'autosufficienza attraversano la storia dell'umanità. La sottile tentazione di traviare il mondo delle nostre relazioni, con noi stessi, con gli altri e con Dio, insidia sempre la fantasia dell'uomo. È la tentazione al caos, alla disarmonia, alla confusione. Invece lì, nella grotta di Betlemme, è apparsa la grazia di Dio. «Un dono - continua Mons. Soricelli - che intende mettere a fuoco l'immagine dell'uomo, alla luce dello Spirito di Dio, plasmandolo come essere armonico in tutte le sue manifestazioni. E sarà proprio la grazia di Dio "a voler ridonare il senno ad un uomo impazzito, restaurare l'onestà in un uomo corrotto, restituire il senso di Dio ad un uomo imbestialito"». Il Pastore avverte le ombre della notte che sta avvolgendo il mondo ed è triste, ma indica la stella polare: «In questo Natale del 2002, adombrato di spettri di ogni genere, guerra, disoccupazione, crisi economica, sfiducia nel futuro, desidero augurare di saper conservare e consolidare in Cristo l'equilibrio della vita. Il mondo ha bisogno di uomini che abbiano il coraggio di essere tali».