Venivano tesserati all'ingresso: dagli 80 ai 120 euro per visionare e partecipare a giochi erotici e sesso di gruppo. Secondo gli inquirenti, il biglietto da pagare in anticipo - intero per i single, ridotto per le coppie di scambisti - avrebbe smascherato l'artificio de "Il Sogno Mon Amour", cioè camuffare da club privè, con tanto di iscritti e retta, un locale pubblico.

Dai verbali stilati dagli agenti del Commissariato di Polizia locale, diretto dal vicequestore Sebastiano Coppola, vengono fuori nuovi particolari del blitz che ha portato alla chiusura per 15 giorni del locale di via Sante Di Marino, a Sant'Arcangelo. Secondo gli investigatori, la clientela de "Il Sogno Mon Amour" era trasversale: dai pregiudicati (due sono stati identificati: si tratterebbe di volti noti alle Forze dell'Ordine, appartenenti alla criminalità organizzata di Salerno e di Avellino) ai manager ed ai professionisti. Fermati ed identificati, infatti, due coppie di medici napoletani, nonché alcuni imprenditori di Isernia e di Taranto.

Tra i frequentatori del circolo a luci rosse risultano anche i cavesi. La Polizia ha identificato due coppie metelliane, sulla soglia dei 40 anni, in cerca di calde avventure. Nel corso del blitz sono state perquisite anche alcune ragazze, con ogni probabilità ingaggiate per dare vita a balletti e danze trasgressive. Nel corso dell'operazione gli agenti hanno sequestrato, oltre ad un sostanzioso numero di preservativi, diverso materiale da utilizzare per giochi erotici e sadomaso nel corso dei festini hard ospitati nel covo dell'amore proibito.

Ad una settimana dall'incursione della Polizia amministrativa e sociale della Questura di Salerno, sono di vario tenore le reazioni registrate in città. Nella piccola frazione di Sant'Arcangelo, la famiglia Adinolfi - cognome peraltro comune tra i residenti della zona - è molto conosciuta. «Uno dei due fratelli è emigrato in Germania con la moglie per mettere da parte qualche soldo. Fa l'autista al porto di Salerno: è un onesto lavoratore», confessa uno dei soliti bene informati. Le chiacchiere, gli arrivi a notte tarda di coppie e single dai modi e dal look trasgressivo, avevano insospettito non poco il vicinato. «Abbiamo assistito a scene imbarazzanti - dice una signora del posto - Ho due figlie di 15 e 17 anni, non nascondo che ero molto preoccupata. Spesso ho raccomandate loro di non passare per quella strada».

Ma c'è anche chi difende i clienti del club privè, per il principio stesso di difendere l'idea di libertà, sulla scia dei rappresentanti della Rosa nel Pugno. «Qualche tempo fa ho saputo dell'esistenza di questo locale da un sito internet - dice Eliana, una delle socie - Ho letto il racconto di un giovane che aveva frequentato "Il Sogno" e ne sono rimasta incuriosita. Credo che non ci sia nulla di male se si è in cerca di un punto di ritrovo dove trovare persone che, come te, cercano nuove emozioni. E poi, ognuno è libero di scegliere come vivere».