Tu sei qui: CronacaIncendio Monte Finestra, ultimi focolai
Inserito da Il Salernitano (admin), giovedì 21 agosto 2003 00:00:00
Continua a bruciare Monte Finestra, alla località Casa Riceri del Corpo di Cava. Nonostante il lavoro alacre ed intenso dei vari operatori atti a garantire la tutela ambientale e lo spegnimento dei fuochi (tra i quali le Giacche Verdi, gli operai del Nucleo Provinciale Antincendio e quelli della Protezione Civile cavese, guidati dall'ispettore Michele Lamberti, il Corpo Forestale dello Stato con i suoi diversi mezzi aerei), ancora non si è riusciti a venire a capo del tutto delle fiamme, alte in alcune circostanze più di 7 metri, che hanno distrutto svariati ettari di bosco, minacciando anche il complesso dell'Abbazia Benedettina. Un incendio di queste proporzioni non si era mai visto a Cava. Nella notte tra martedì e mercoledì, le fiamme si sono spostate nel vallone di Casa Riceri, proprio al di sopra dell'azienda agrituristica "Il Casone", il cui proprietario ieri mattina ha allertato un pronto intervento, e sul Colle San Francesco. Una grande mobilitazione, anche da parte dei vertici nazionali del Corpo Forestale dello Stato, ha permesso lo spegnimento dei focolai spaventosi appiccati sul Monte Finestra. Nella giornata di martedì, infatti, è intervenuto anche l'Eli Tanger, mezzo unico e speciale in Italia della Forestale, che, grazie alla sua velocità tra carico e scarico, ha reso più semplici le complicate operazioni. Potendo stare fermo in aria, il mezzo riesce a gettare acqua e gas schiumogeno, che attenua le fiamme, direttamente sul rogo. Non si è mobilitata solo la Forestale per tentare di salvare il patrimonio boschivo, ma anche l'Amministrazione comunale metelliana. Infatti, il sindaco Alfredo Messina innanzitutto ha fatto installare una vasca smontabile della capacità di 23mila litri, prestata dai Vigili del Fuoco di Salerno, di cui è stato predisposto l'acquisto, vista la sua importanza. Inoltre, il primo cittadino, con ordinanza sindacale 834, secondo l'articolo 7 della legge del 26 marzo 1865 che prevede la requisizione della proprietà privata in caso di estrema emergenza, ha requisito in uso fino a venerdì un pozzo, con il rispettivo gruppo elettrogeno, sito in un terreno in via R. Luciano, in località Corpo di Cava, per rifornire la vasca smontabile e rendere il terreno una vera e propria base operativa. Il provvedimento di Alfredo Messina si è rivelato fondamentale, consentendo agli elicotteri di rifornirsi all'interno della vasca e di ridurre, così, notevolmente i tempi di riempimento e lancio. Insomma, una soluzione efficace ed al tempo stesso rapida. La situazione, dunque, è nettamente migliorata rispetto alle precedenti 24 ore, anche se non sono stati ancora spenti completamente tutti i focolai di un incendio davvero terrificante.
Fonte: Il Portico
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