Tu sei qui: CronacaInfluenza, caccia al vaccino
Inserito da (admin), lunedì 6 ottobre 2003 00:00:00
L'incubo della Sars e la previsione di un'epidemia di influenza come non si registrava dal lontano 1976. E così, a Salerno e provincia è già caccia al vaccino. Tutti in coda in farmacia, file agli sportelli dei centri di vaccinazione ed una cascata di telefonate ai medici di famiglia ed ai pediatri per sapere come, quando e, soprattutto, se vaccinare i propri bambini. «Tutti i medici di famiglia - spiega Francesco Benevento, segretario provinciale della Fimg (Federazione italiana medici medicina generale) - hanno dovuto consegnare una scheda dove viene indicato l'elenco dei pazienti per i quali è consigliata la vaccinazione. Quest'anno c'è la previsione di una più seria epidemia influenzale. L'ultima si è registrata nel 1976 e già l'anno scorso si temeva, sulla base di un calcolo statistico, il ritorno di un'ondata più massiccia. A ciò si aggiunge la psicosi della Sars». Mobilitati anche i pediatri, dopo la diffusione della presunta raccomandazione da parte dei medici di una vaccinazione a tappeto dei bambini: «La vaccinazione è consigliata - spiega Basilio Malamisura, pediatra - nei bambini che rientrano nelle categorie a rischio, perché affetti da patologie di base, come i bambini molto piccoli o quelli sottoposti a terapie prolungate». Secondo Malamisura, c'è da scongiurare il rischio di una vaccinazione di massa, perché potrebbe creare forti disagi per le strutture delegate alla vaccinazione, ma soprattutto prosciugare le scorte, impedendo a chi ne ha effettivo bisogno di poter contare sulla dose dell'antinfluenzale. «Una vaccinazione di massa - spiega Malamisura - farebbe andare in tilt il sistema. Un pediatra di base che assiste 800 bambini non può fare 1.600 vaccinazioni. Le madri si rivolgerebbero ai centri di vaccinazione o, in ultima analisi, alle farmacie. Il tutto con rischio di dissanguare le scorte». Chi intende vaccinarsi gratuitamente perché rientra nei gruppi di popolazione considerata a rischio può rivolgersi non solo ai servizi dell'Asl (centro di vaccinazione), ma anche ai propri medici di famiglia. La campagna vaccinazione dovrebbe partire tra una quindicina di giorni. Le scorte da offrire alle categorie a rischio sono già arrivate. Le dosi disponibili a Salerno e nei Comuni dell'Asl Sa2 sono circa 60mila (sulla base della precedente campagna di vaccinazione). Il tasso di copertura previsto nell'Asl Sa1 (Cava de' Tirreni, Agro nocerino-sarnese e Costiera Amalfitana) si attesta su 8-9mila dosi. «Quest'anno - evidenzia il dottor Francesco Benevento - il direttore generale dell'Asl Sa1 ha voluto incrementare il numero di dosi per cautelare al meglio i cittadini più esposti, cioè gli anziani con patologie particolarmente invalidanti». La vaccinazione antinfluenzale è prevista dal Piano Sanitario nazionale per chi ha più di 64 anni; per adulti o bambini con malattie croniche debilitanti, respiratorie e circolatorie, malattie del sangue, diabete, sindromi da mal assorbimento intestinale, malattie congenite o acquisite che comportino carente produzione di anticorpi; per addetti ai servizi pubblici di primario interesse collettivo; per personale di assistenza o familiari di soggetti ad alto rischio. Basta una sola dose vaccinale per ottenere un'efficace immunità. Nei bambini che si sottopongono al vaccino per la prima volta sarà necessario un secondo richiamo. Lo scorso anno, proprio per il maggior ricorso alle vaccinazioni, l'ondata influenzale a Salerno ed in provincia fu di intensità inferiore rispetto all'anno precedente.
«Attenti a non confondere influenza e Sars»
«Attenzione: i vaccini antinfluenzali non ci difendono dal rischio della Sars»: Giuseppe Perillo, fisiopatologo e direttore del Dipartimento di Medicina interna dell'Azienda ospedaliera San Giovanni di Dio e Ruggi D'Aragona, precisa che l'influenza e la sindrome della polmonite atipica non vanno confuse. «La Sars e l'influenza sono due cose diverse. Appartengono alla stessa famiglia virale, ma a due ceppi diversi. La sintomatologia, specie nella fase d'esordio, può essere simile, ma ci sono due fattori differenzianti. Innanzitutto, bisogna accertarsi se nei giorni precedenti (al massimo 21 o 14 giorni) il soggetto ha soggiornato nelle zone a rischio. Ed ancora, se ha avuto contatti con persone infette. In ogni caso, il vaccino antinfluenzale non ci difende dal rischio di contrarre questa forma atipica di polmonite, sulla quale peraltro non abbiamo ancora notizie precise circa l'origine».
Fonte: Il Portico
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