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Cronaca

"La Cava", la storia al servizio della città

Inserito da La Redazione (admin), mercoledì 27 giugno 2007 00:00:00

"La Cava" - Cenni storici del popolo cavese. Eventi di ieri nella tradizione di oggi (2ª edizione) è l'ultimo lavoro che Livio Trapanese ha donato alla "sua" Città: Cava de'Tirreni. Sì donato, avete letto bene, perché Livio (autore), come la Plectica, di Alfonso Greco di Salerno (editore), hanno deciso di rinunciare a tutti i loro diritti per porli a disposizione della ricostruzione della Chiesa della Municipalità, meglio nota con la denominazione di San Francesco e Sant'Antonio. L'autore precisa che dai libri distribuiti nel secolare Convento francescano, dal prezzo di copertina, i successori del Fraticello d'Assisi tratterranno il 50% per destinarlo alla ricostruzione del Sacro Luogo. Per i libri distribuiti dalle librerie ed edicole cittadine, la Top-Print Arti Grafiche, di Biagio e Remigio Manzo, da Passiano di Cava de'Tirreni, distributrice dell'opera, ha stipulato regolari contratti commerciali. Anche dalla vendita di questi l'autore e l'editore nulla percepiranno.

"La Cava", 2ª edizione, che consta di 251 pagine, con 149 illustrazioni, di cui 124 a colori, raffiguranti gli angoli più belli e remoti della Valle Metelliana, della Piccola Svizzera, della Bologna del Sud e della Porta Verde della Costa d'Amalfi, come pittori, cronisti e storici, per lunghi secoli, hanno denominata la "nostra" Città, è il "condensato" di duemila anni di storia, cultura, folklore e tradizioni cavote. Principia con l'enunciazione dello storiografo greco Strabone, con la quale indicò ai posteri la posizione geografica di Marcina, progenitrice degli attuali territori che oggi costituiscono la nostra valle ed i Comuni di Vietri sul Mare e Cetara, sino ad arrivare alla Rievocazione Storica "La Città de La Cava nel 1460 - Fra Storia e Leggenda", che quest'anno vedrà la XXXIII edizione. La rievocazione ricorda quanto avvenne nella Valle di Sarno, nella Città di Cava (il toponimo Cava resterà in vigore fino al 23 ottobre 1862, ovvero fino a quando, col Regio Decreto n. 935, Re Vittorio Emanuele II, in Torino, a quel tempo Capitale d'Italia, non ne ordinò la sostituzione in Cava de'Tirreni) e nel Castel Nuovo (il Maschio Angioino) di Napoli, ovvero l'apporto della Città di Cava in favore della Casa e causa Aragonese, meritando il titolo di Città Fedelissima.

Nel pomeriggio di sabato 23 giugno, il Salone delle Conferenze della civica Biblioteca Comunale "Canonico Aniello Avallone", sita al Corso Guglielmo Marconi, n. 54, sebbene il caldo torrido, s'è saturato di uditori, convenuti ad ascoltare la presentazione del libro di Livio Trapanese. Il Sindaco Luigi Gravagnuolo, dopo aver ringraziato l'autore per l'immane e dettagliato lavoro svolto, filantropicamente posto a disposizione del popolo cavese, ha riferito che proprio nella vasta area fra Vetranto e San Cesareo sono state recentemente trovate pregevoli testimonianze che ci riportano ai tempi della distrutta Marcina. Padre Luigi Petrone (Fra Gigino o.f.m.) ha ricordato che proprio grazie alle offerte dei cavesi e non, come quelle di Livio Trapanese, nel 2009 sarà possibile aprire al culto la secolare prima chiesa che i cavesi vollero edificare dopo il definitivo distacco dall'Abbazia Benedettina della Santissima Trinità di Cava. La dr.ssa Rita Taglé, sagace Direttrice della Biblioteca cittadina, nella sua dettagliata relazione, ha illustrato alla vasta ed attenta platea presente che il volume "La Cava" comprende numerosissime notizie storiografiche, tutte ampiamente supportate da documenti inediti e non.

Il dr. Giovanbattista (Gianni) Guida, assente per ragioni di famiglia, pel tramite del dr. Antonio Di Martino, entrambi estimatori della nostra Città, nonché amici e colleghi giornalisti dell'autore, ha redatto una significativa relazione, dalla cui lettura è emerso quanto viscerale amore Livio Trapanese nutre per Cava de'Tirreni, per la storia che la caratterizza e per le conclamate tradizioni, che non pochi, certamente non cavoti o cavajuoli come lui, tentano di relegare nell'ombra. La dr.ssa Beatrice Sparano, moderatrice della serata, conoscendo la lunga ricerca che Livio Trapanese ha effettuato nei dieci anni di studi (dal 1993 al 2003), avvalendosi della voluminosa bibliografia, e le problematiche che lo stesso autore dal 24 settembre 2003 al 17 giugno 2007 ha dovuto affrontare per vedere "stampata" l'opera, dando fondo alle sue professionali ed amorevoli sollecitazioni, ha incantato i convenuti, sottolineando che mai tanta folla s'era accalcata nel Salone della Biblioteca nel corso della presentazione di precedenti lavori culturali e ciò ha voluto significare che il libro di Livio Trapanese "La Cava" era da tutti atteso.

Il testo contiene numerosissimi documenti, inediti e non, fra i quali: una cartina topografica del I secolo dalla quale si rileva l'esatta posizione di Marcina; la Bolla di Papa Bonifacio IX Tomacelli, con la quale il 7 agosto 1394 elevò le Terre di Cava al rango di Città; lettere di Antonio da Trezzo, Ambasciatore del Duca Francesco Sforza di Milano, dalle quali si evince della Battaglia di Sarno (6/7 luglio 1460) e dei guasti subiti dalla Città di Cava per mano Angioina (20/28 agosto 1460); lettera originale del 4 settembre 1460, con la quale Re Ferrante I d'Aragona ci conferì il titolo di Città Fedelissima, per essere rimasti sempre e comunque fedeli alla causa e Casa Aragonese, con allegata la Pergamena Bianca; stralcio della lettera del 22 settembre 1460, con la quale lo stesso Sovrano concesse alla Città di Cava cospicue esenzioni fiscali, valevoli in tutto il reame, che com'è noto si estendeva dalla Rocca di Civitella del Tronto (AP) a Terracina (LT), fino a Pantelleria (TP), costituenti nel non pagare gabelle, d'ogni tipo, nel vendere e nell'acquistare (oggi sarebbero: I.V.A., I.C.I., Ta.R.S.U., I.R.Pe.F., I.R.Pe.G., Tassa di Possesso Automobili, Imposta di Registro, Imposta di Bollo, Canone Rai, ecc.); sintesi del manoscritto del 1765, a firma del Notaio Filippo Della Monica, col quale rievoca che dal 1657 viene eseguita la processione in onore del Santissimo Sacramento sul Colle di Sant'Adjutore per scongiurare il ripetersi della peste dell'anno precedente; Reale Decreto del 15 settembre 1806, a firma del Re Giuseppe Buonaparte, fratello maggiore di Napoleone, col quale autorizzò il distacco dalla Città di Cava delle Frazioni di Vietri e Cetara, disponendo che divenissero Comune autonomo; Regio Decreto del 7 aprile 1827 col quale Re Francesco I di Borbone dispose la costituzione delle Guardie Comunale (oggi Polizia Locale) nella Città di Cava; Regio Decreto 23 ottobre 1862 col quale Re Vittorio Emanuale II ordinò la sostituzione del toponimo di Cava in Cava de'Tirreni.

Acquisendo una copia del volume di Livio Trapanese presso il Convento di San Francesco e Sant'Antonio, lo vogliamo ribadire, contribuiremo alla riedificazione della secolare Chiesa della Municipalità.

Fonte: Il Portico

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