Tu sei qui: Cronaca"La Città de La Cava" nel XVII secolo
Inserito da Livio Trapanese (admin), mercoledì 6 ottobre 2010 00:00:00
Ettore Senatore, noto ritrattista e paesaggista cavese, in umile silenzio, sin dalla gioventù, ha realizzato numerose opere d’arte, sia in olio e sia in acquerello, non mancando di fissare sulle tele numerose immagini sacre che adornano le Chiese di Cava de’Tirreni e non solo.
Quest’oggi vi presentiamo il suo ultimo capolavoro, ovviamente in ordine di tempo: La Città de La Cava, come “incisa” dall’Abate Benedettino Giovan Battista Pacichelli (nato nel 1634 e spentosi nel 1695) nel corso dei 15 anni di permanenza nel Regno di Napoli, che girò in lungo ed in largo, non mancando di gradire l’ospitalità dell’Abbazia Benedettina della Santissima Trinità. Questa meravigliosa immagine, in misura ridotta, unitamente a tante altre che raffigurano “città del regno” ed i relativi cenni storici, fu pubblicata nel 1703 nel volume “Il Regno di Napoli in prospettiva, diviso in dodici Province”.
Per la Città de La Cava scrisse: “Ella è nicchia vastissima ed assai capricciosa, scolpita dalla Natura o per la meraviglia o per più centinaia di Colossi, quanti appunto sono o si credono per il calcolo de’ giorni dell’anno i piccioli suoi Casali. Crebbe così da’ frammenti dell’antica Città di Marcina, opera memorabile degli Etruschi, non affatto perduta in un luogo già della Licenza, fra l’Isole Sirenunse e Pesto o Posidonia, vicino al mare, ben ravvisata da Stradone e nel fondo de’ monti, qui detti Metelliani, vecchio ricovero de’ barbari nella tirannia di Genserico, giusta il racconto miglior di Procopio, ecc. ecc.”.
L’opera, un acquerello su carta d’Amalfi, che misura cm. 50 x cm. 40, è stata eseguita applicando le tecniche dei maestri delle antiche botteghe fiorentine, assimilate e rielaborate grazie all’ampia esperienza che Ettore Senatore ha conseguito dal 1966 ad oggi. Il quadro, che raffigura la nostra Valle Metelliana in un pomeriggio di primavera, si differenzia da altro similare lavoro che il maestro realizzò nel 1994 e che noi abbiamo omaggiato a tutte le Istituzioni, oltre che ai sodalizi di pistonieri, sbandieratori e cavalieri affiliati all’A.T.S.C. - Associazione Trombonieri, Sbandieratori e Cavalieri di Cava de’Tirreni.
Il maestro ha posto in prima evidenza il Borgo ed il colle di Sant’Adjutore, rispetto ai Casali retrostanti, ciò per dare solennità alla rocca sulla quale i marcinesi, nel 455 dopo Cristo, costruirono la dimora al primo evangelizzatore della valle: il Vescovo Adjutore, salito al soglio della santità e Compatrono, con Sant’Andrea, dell’Arcidiocesi di Amalfi-Cava de’Tirreni. Al centro del Colle vi è la Chiesa ed il Monastero dei Frati Cappuccini, cinti da alte mura, dette della “clausura”. Il quadro, unica immagine di fine ‘600, ci fa ricordare che il Borgo porticato, nei due lati, era quasi com’è oggi.
L’opera così realizzata, puntualmente incorniciata, l’abbiamo donata al 3° Circolo Didattico di Pregiato, perché sia ammirata da tutti i giovani studenti, con l’intento di farli innamorare della nostra Città. Solamente amando la nostra terra possiamo rispettarla, salvaguardarla ed echeggiarla come merita.
Fonte: Il Portico
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