Tu sei qui: CronacaLegambiente: «48 ore di pioggia e vento e la Campania va sott’acqua»
Inserito da (redazionelda), domenica 22 dicembre 2019 18:53:09
«48 ore di vento forte e pioggia intensa mandano la Campania sott'acqua. Straripano fiumi e laghi, franano crostoni dalla Costiera Amalfitana alla Valle Caudina, cadono alberi a Napoli. Nella nostra regione non reggono le città nè le aree interne ai fenomeni meteorologici estremi». A dirlo è Mariateresa Imparato, presidente Legambiente Campania commenta il maltempo l'intera regione.
In una nota il presidente Imparato spiega che «la responsabilità dei danni, della melma e del fango, che mettono a repentaglio vite umane e a rischio case e strade va ricercato nell' assenza di controlli, nella mancanza di una seria e concreta politica di prevenzione e monitoraggio del territorio, nella devastazione e cementificazione di vastissime aree.
Siamo davanti ad un ‘emergenza climatica ben visibile con il continuo ripetersi di fenomeni alluvionali. E neanche la Campania è immune dalle conseguenze dei cambiamenti climatici: qui i fenomeni meteorologici estremi hanno causato negli ultimi anni danni consistenti e disagi diffusi.
I numeri sono inquietanti: 29 eventi estremi dal 2010 a oggi, tra cui 6 trombe d'aria, 6 allagamenti da piogge intense, 12 episodi di danni consistenti a infrastrutture o al patrimonio storico a causa del maltempo. Oltre 1,1 miliardi di euro di danni. Risorse che devono essere utilizzate per la messa in sicurezza del territorio, non per affrontare l'emergenza del post.
Il Paese ha bisogno di accelerare nelle politiche di mitigazione del clima e di riduzione del rischio sul territorio, ancora troppo frammentate. Non esistono più alibi o scuse per rimanere fermi: disponiamo di competenze tecnologie per aiutare i territori e le città ad adattarsi ai cambiamenti climatici e mettere in sicurezza le persone.
Occorre dar avvio ad interventi rapidi e politiche di adattamento e di riduzione del rischio idrogeologico e per questo è fondamentale programmare sin da ora interventi a lungo periodo, diffondendo anche una cultura di convivenza con il rischio che punti alla crescita della consapevolezza tra i cittadini dei fenomeni e delle loro conseguenze».
Fonte: Il Vescovado
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