Il pentito Giovanni Brusca è tornato in libertà. A 64 anni l'uomo che ha premuto il telecomando a Capaci e fatto sciogliere nell'acido il piccolo Giuseppe Di Matteo è, con tutte le cautele previste per un personaggio della sua caratura criminale, stati scarcerato dopo 25 anni. Nel suo caso sono stati applicati i benefici previsti per i collaboratori «affidabili».

La scarcerazione ha ovviamente suscitato le reazioni più critiche.

I familiari delle vittime della strage di Capaci avevano già espresso le loro preoccupazioni quando si è cominciato a porre, già l'anno scorso, il problema di rimandare a casa un boss dalla ferocia così impetuosa da meritare l'appellativo di «scannacristiani».

Brusca ammise di avere coordinato i preparativi della strage in cui morirono Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e tre uomini della scorta. Il boss, inoltre, confessò numerosi delitti nella zona di San Giuseppe Jato.