Tu sei qui: CronacaMaria Casaburi, educatrice dalla parte dei più deboli
Inserito da (admin), giovedì 7 agosto 2003 00:00:00
Tra i nominativi "per civica benemerenza" spicca quello della professoressa Maria Casaburi, che segnò con la sua intelligenza e la sua fede la storia della città. Nacque il 29 maggio 1900 da una famiglia borghese e numerosa. Oggi vive la sola sorella Amelia, 96 anni, vedova Scandone, madre dell'ex assessore Emilio. Maria Casaburi si laureò giovanissima in Lettere ed iniziò la sua carriera prima ad Amalfi, poi al Liceo di Cava, infine alla Scuola Media "Carducci", dove intere generazioni furono educate ai valori morali, civili e religiosi. Fu un'eletta figura di gentildonna. Notevoli i suoi impegni civili e sociali. Fu tra le fondatrici della Democrazia Cristiana a Cava. Prima eletta, rinunciò alla carica di sindaco a favore dell'avvocato Goffredo Sorrentino. Fu varie volte consigliere comunale ed assessore. Ricoprì la carica di vice sindaco. Nella Pubblica Amministrazione diede tutto il contributo della sua preparazione e della sua onestà. Fu per anni presidente del Cif (Centro italiano femminile), realizzò a Cava l'Onmi, che diresse per anni con amore, intelligenza e grande discrezione. Nella stessa Azione Cattolica fu un punto di riferimento. «Seppe parlare con generosità, seppe tacere con saggezza, seppe ascoltare con rettitudine», ha affermato Maria Forte, che ne seguì il cammino. Ritiratasi nella sua casa ai Pianesi, si spense il 14 novembre dell'87. Fu promotrice, insieme a padre Lorenzo D'Onghia, dell'Opera "I ragazzi di San Filippo". È un afoso pomeriggio estivo del 1945, quando un gruppo di ragazzi, laceri e sporchi, sosta nella curva sulla Statale 18. Si rincorrono, si azzuffano. Ad un tratto appare un camion, rallenta nella curva. Due ragazzi del gruppo si aggrappano ed incominciano a lanciare cassette, scatolette, indumenti. Poi una brusca frenata. L'autista, un nero gigantesco, afferra uno dei bimbi, "Cenzino", lo schiaffeggia e lo malmena. Ed ecco apparire una signorina, Maria Casaburi, che si lancia contro l'uomo mentre il bimbo è svenuto. Il nero se ne va. Esce dalla chiesa padre Lorenzo D'Onghia. Nel frattempo "Cenzino" si è ripreso. Il giovane prete e la signorina si guardano negli occhi e così nasce l'Opera "I ragazzi di San Filippo", divenuta una casa per tanti. Un incredibile atto d'amore verso gli altri.
Fonte: Il Portico
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