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Marmorata: riemerge la condotta sottomarina del nuovo depuratore: nessun pericolo per l'ambiente [FOTO]

Potrebbe essere stata proprio l’ancora di un natante ad incagliarsi nel tubo adagiato sul fondale - e quindi non funzionante - perché in attesa di essere collegato al nuovo impianto consortile Ravello-Scala-Atrani in fase di realizzazione

Inserito da (redazionelda), domenica 1 settembre 2019 18:27:08

Nella baia di Marmorata, nel comune di Ravello, è riemersa la condotta sottomarina del costruendo nuovo impianto di depurazione. Come testimoniano le nostre foto, la tubatura, per tre metri circa è a pelo d'acqua, a poca distanza dalla costa.

Un'immagine inconsueta, notata innanzitutto dai diportisti che specie di domenica stazionano nello specchio d'acqua di Ravello.

Potrebbe essere stata proprio l'ancora di un natante ad incagliarsi nel tubo adagiato sul fondale - e quindi non funzionante - perché in attesa di essere collegato al nuovo impianto consortile Ravello-Scala-Atrani in fase di realizzazione. Il tubo riemerso è stato segnalato con alcune boe; entro domani è revisto un intervento manutentivo a eliminare ogni sorta di pericolo per bagnanti e diportisti.

Sono sospesi soltanto per la pausa estiva i lavori di posa in opera della condotta per il nuovo depuratore. Un impianto di ultima generazione, nel rispetto dei parametri previsti dalla legge in MBR (Membrane BioReactor), un sistema di depurazione biologica delle acque che consiste nella combinazione del processo tradizionale a fanghi attivi e di separazione a membrana (generalmente microfiltrazione o ultrafiltrazione) che sostituisce il normale sedimentatore secondario. Tale sistema presenta quindi il vantaggio di raggiungere elevate concentrazioni di fango attivo nei reattori biologici (10-15 kgSS/m3), insostenibili per i sistemi tradizionali. L'utilizzo delle membrane al posto del sedimentatore evita, inoltre, eventuali fuoriuscite di fango, molto frequenti negli impianti industriali, spesso soggetti a varie problematiche (variabilità delle portate istantanee con conseguente incremento del carico idraulico superficiale, presenza di fanghi leggeri, bulking da batteri filamentosi, ecc..).

Dallo scorso inverno la squadra di sommozzatori della Costruzioni Generali Passarelli S.P.A. è all'opera, sotto la direzione dei tecnici della Provincia di Salerno (stazione appaltante) per la collocazione della nuova conduttura sottomarina da 540 metri che sboccherà a 41 metri di profondità. Rispetto alla precedente, obsoleta, la nuova condotta sarà interrata, tra i due e i sei metri al disotto del fondale marino.

I lavori rientrano nel grande progetto dei corpi idrici superficiali, un unico grande impianto di ultimissima generazione al servizio di ben sei comuni: Conca dei Marini, Furore, Praiano, Ravello, Scala e Atrani e di una popolazione stimata (turisti compresi nel periodo di massima affluenza) di circa 60mila unità.

 

L'iter burocratico, il rischio di perdere 90 milioni e l'inchiesta giudiziaria

Finanziato dall'Unione Europea nel lontano 2012 alla Giunta regionale Caldoro, il Grande Progetto di risanamento ambientale dei corpi idrici superficiali doveva realizzarsi entro il 2013 con la rendicontazione generale da trasmettere a Bruxelles entro il 31 dicembre 2015. 35 milioni di euro per la realizzazione dei due stralci: Ravello-Scala-Atrani e Maiori-Minori-Tramonti-Cetara. Opere che soltanto ora stanno vedendo la luce dopo che dal febbraio del 2016 la Procura della Repubblica di Salerno dispose il sequestro di tutti gli impianti di trattamento delle acque, da Cetara a Praiano (fatto salvo quello di Minori) con una pioggia di avvisi di garanzia destinati a sindaci e tecnici dei comuni e dell'Ausino per il malfunzionamento degli impianti, insufficienti per trattamento delle acque reflue della Costiera Amalfitana. Di sicuro è stato l'intervento del procuratore Corrado Lembo a scuotere la politica e sbloccato l'iter burocratico.

Fonte: Il Vescovado

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