Tu sei qui: CronacaMontecastello, al via la Festa
Inserito da (admin), giovedì 29 maggio 2008 00:00:00
Già dalle prime luci dell'alba, dalle pendici della collina del Castello, i primi colpi di pistone. È il segnale della festa, tanto attesa e cara al cuore del cavese. Una festa durante la quale non esistono divisioni, colori, partiti, tutti uniti nel nome e nel segno del Santissimo Sacramento, che da Monte Castello ricorda il miracolo della fede del popolo metelliano. Dopo la Santa Messa in ricordo dei membri dei comitati che nel corso dei secoli si sono succeduti (la festa ininterrottamente si celebra dal 1656, siamo alla 352ª edizione) e dei trombonieri deceduti, la collina si popolerà dei gruppi che prendono posizione nelle varie postazioni e prende il via quell'esercitazione di spari con i pistoni che si tramanda di padre in figlio e che si protrarrà per tutta la giornata, interrotta solo dall'allegro convivio fatto a base di portate tradizionali (milza cotta, pastiera di maccheroni, pasta e fagioli, soppressata, provolone piccante, zucchine alla scapece, noci ed abbondante vino) che si è soliti consumare.
In serata la processione dell'Ostensorio dalla parrocchia dell'Annunziata. Si sale su per l'erta, le fiaccole illuminano il cammino e si arriva al Castello tra il salmodiare ed il suono dei canti. Da questo altare naturale, il sacerdote, in ricordo di quel lontano 1656, benedirà la città. «Ancora una volta storia, tradizione e religiosità si uniscono per creare la magia che dà vita alla Festa di Montecastello», afferma il sindaco Luigi Gravagnuolo, che ha voluto essere presente stamane insieme al direttivo dell'Ente di Montecastello ed ai vari gruppi dei pistonieri. «La festa ha una radice religiosa - aggiunge l'Arcivescovo Orazio Soricelli - Apriamo gli occhi del cuore per scorgere la divina presenza».
E domani sera, in Piazza Duomo, la rievocazione storica della peste del 1656, con la regia di Enrico Sorrentino, ed il corteo degli appestati lungo le vie del Borgo. Sabato il gran finale con la benedizione dei trombonieri, il corteo dei gruppi e dei figuranti del Seicento e, infine, lo spettacolo pirotecnico, con i celebri fuochi da Monte Castello. Così il latinista Marco Galdi cantò: «Razzi multicolori solcano in tutti i sensi l'aria e il cielo si infiamma allo sfolgorio delle girandole che si sciolgono in pioggia di stelle su l'azzurro». Ed ognuno commosso si augura che per altri anni ancora torni la cara festa consolatrice.
Fonte: Il Portico
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