Tu sei qui: CronacaNapoli, sciolto nell'acido dalla camorra per errore: familiari rifiutano il risarcimento in denaro e beni dei clan
Inserito da (Redazione Costa d'Amalfi), martedì 18 aprile 2023 08:00:08
Giulio Giaccio fu sequestrato da finti poliziotti, ucciso da killer del clan Polverino e sciolto nell'acido a Napoli nel 2000. Aveva 26 anni.
Giaccio fu ucciso per un errore di persona. Gli assassini, infatti, volevano vendicare un torto subito da un boss detenuto. E mentre si attende la prima udienza del processo, in programma per oggi a Napoli, i due imputati hanno scritto ai giudici e alla famiglia per un'offerta risarcitoria. Tre assegni e due beni immobili da considerare «a titolo di integrale risarcimento del danno materiale patito».
Il totale dei liquidi ammonta a 30 mila euro, il valore degli immobili a 120 mila. Ma, come riporta Il Mattino e Repubblica Napoli, la famiglia di Giaccio ha detto di no.
"Chi giustifica o addirittura solidarizza con i clan della camorra non dimentichi mai le storie come quella di Giulio Giaccio ammazzato e sciolto nell'acido per un errore di persona da parte del clan Polverino. Onore e rispetto per la famiglia di questo ragazzo che viveva onestamente e che ha rifiutato il risarcimento dei camorristi. L'unico vero risarcimento è una condanna durissima all'ergastolo per chi ha ucciso senza pietà l'ennesimo innocente. Che questa vicenda sia di esempio per tutti" dichiara il deputato dell'alleanza Verdi- Sinistra Francesco Emilio Borrelli.
Domenica 30 luglio 2000, in piazzetta Romano a Pianura, Giulio Giaccio fu prelevato da un commando di 4 uomini che indossavano pettorine da poliziotti. «Sei tu Salvatore?», gli chiesero. Lui rispose: «No, comandante. Mi chiamo Giulio». Lo invitarono lo stesso a seguirli in caserma. «Stai tranquillo, è solo un semplice controllo», dissero con una bugia. Non erano agenti ma camorristi ai quali Cammarota aveva chiesto una punizione perché Salvatore aveva una relazione con la sorella del boss, che era divorziata. Ma Giulio non era Salvatore e non aveva alcuna relazione.
Il collaboratore di giustizia Roberto Perrone, all'epoca esponente di rilievo del clan Polverino, fece parte del gruppo dei sequestratori e descrive quel giorno come «il capitolo più nero e angoscioso della mia storia criminale». Giulio, si legge nel verbale, una volta salito in auto «continuava a protestare. Diceva di non essere Salvatore e di essere una brava persona perché lavorava come muratore». Poco dopo fu ucciso con un colpo di pistola e il corpo sciolto nell'acido. Da quel momento, la madre e gli altri familiari dell'incolpevole Giulio non hanno smesso di cercare risposte all'inspiegabile scomparsa del ragazzo. La verità però emerse solo dopo vent'anni.
Fonte: Positano Notizie
rank: 109022102
Nel rispetto della presunzione di innocenza e fermo restando che eventuali giudizi di responsabilità potranno conseguire solamente a pronunciamenti irrevocabili, si rende noto che il 10 gennaio, a Scafati, i Carabinieri della locale Tenenza hanno arrestato per "detenzione ai fini di spaccio di sostanze...
Nel rispetto della presunzione di innocenza e fermo restando che eventuali giudizi di responsabilità potranno conseguire solamente a pronunciamenti irrevocabili, si rende noto che il 9 gennaio, a Sarno, i Carabinieri della Sezione Operativa del N.O.R.M. del Reparto Territoriale di Nocera Inferiore hanno...
Tragedia nella notte a Casal Velino, in provincia di Salerno. Un giovane di 33 anni, di origine rumena, ha perso la vita in un incidente stradale avvenuto in Corso Europa. Secondo una prima ricostruzione, la vettura del giovane avrebbe attraversato una piazzola spartitraffico, perdendo il controllo,...
La Polizia di Stato ha sospeso l'attività di una nota discoteca sul litorale salernitano per un periodo di otto giorni, in seguito a un provvedimento emesso dal Questore della provincia di Salerno ai sensi dell'Art. 100 del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza (TULPS). La decisione è stata presa...