Tu sei qui: CronacaNegozi aperti e bancarelle, la Festa delle polemiche
Inserito da (admin), venerdì 11 settembre 2009 00:00:00
«Martedì sera erano aperti meno di una ventina di negozi sui 350 del centro storico - denuncia Luigi Trotta, responsabile per il centro storico della Confesercenti - Questo è un dato di fatto che dà il senso della rappresentatività di chi ha richiesto l’apertura e dell’accondiscendenza ed approssimazione di chi l’ha permessa. Ora se ne traggano le conclusioni: quanto meno si dimetta l’assessore al Commercio».
Non si smorza, dunque, la polemica per l’apertura facoltativa dopo le ore 20 dei negozi, disposta all’ultima ora per il primo giorno, martedì 8 settembre, di Festa patronale, in modifica all’ordinanza sindacale che imponeva la chiusura pomeridiana. Era stata presentata come una necessità paventata dai commercianti ed invece ad aprire le serrande sono stati solo pochi negozi cavesi a conduzione familiare (per il resto solo marchi in franchising).
Una decisione che ha penalizzato soprattutto le commesse, già sottopagate e sfruttate, come sottolinea Teresa Di Salvio, presidente dell'Ascoca (Associazione commesse cavesi): «Chi ha avuto questa brillante idea è stato poi smentito dai fatti. Ho contato non più di 15 negozi aperti. Sono loro i commercianti da accontentare?».
Ma le polemiche non si fermano qui. Molti altri i problemi che accrescono il malcontento generale circa l’organizzazione di una Festa tanto amata in città. A partire dal posizionamento delle bancarelle, deciso quest’anno dagli uffici comunali e non dal Comando di Polizia Locale, con spazi assegnati pagati, ma non disponibili, ed altri delocalizzati in Piazza Amabile, quindi tagliati fuori dai flussi dei visitatori.
«Sono stato falsamente accusato di non concertare - risponde alle varie accuse l’assessore al Commercio, Marco Senatore - mentre la mia porta è sempre aperta. In occasione della Festa patronale, l’integrazione alle disposizioni, su proposta di Antonio Della Monica al sindaco, è stata fatta solo dopo l’assenso, seppur telefonico, di Aldo Trezza della Confesercenti ed anche di Teresa Di Salvio dell’Ascoca. La mancata apertura, poi, è un problema che non attiene l’assessorato, ma che anzi merita un approfondimento tra le stesse associazioni dei commercianti e sui rapporti con i loro associati. Confesercenti e Confcommercio rappresentano solo un 10-15% dei circa 1.500 commercianti cavesi e questo assessorato li deve e li vuole rappresentare tutti».
Fonte: Il Portico
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