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Cronaca

Omicidio di Ravello, condanna definitiva per Giuseppe Lima: Cassazione respinge ricorso

La condanna è di 13 anni e 4 mesi di reclusione, scontata in Appello, rispetto al primo grado in cui gli erano stati inflitti 18 anni di detenzione.

Inserito da (redazionelda), mercoledì 5 maggio 2021 16:26:23

Condanna definitiva per Giuseppe Lima, giudicato colpevole insieme a Vincenza Dipino, dell'omicidio di Patrizia Attruia, consumato a Ravello tra la sera del 25 e il 27 marzo 2015.

La condanna è di 13 anni e 4 mesi di reclusione, scontata in Appello, rispetto al primo grado in cui gli erano stati inflitti 18 anni di detenzione.

La Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso, così motivando: «Il ricorso è inammissibile perché proposto per motivi manifestamente infondati, in quanto afferenti ad asseriti vizi della motivazione, che la lettura del provvedimento impugnato dimostra essere esistente e connotata da lineare e coerente logicità. Il giudice dell'appello ha spiegato, con motivazione piana e laica, per quali ragioni ha ritenuto di non poter riconoscere nella massima estensione le circostanze attenuanti generiche. Il giudice del merito ha evidenziato che l'ammissione in sede di appello degli addebiti e la rinuncia dell'appellante ai motivi inerenti la responsabilità, pur essendo frutto anche di valutazioni di tipo opportunistico, sono comunque espressione di una volontà di collaborazione e, unitamente alla rinuncia del motivo afferente alla derubricazione del reato di omicidio volontario, consentono di riconoscere le circostanze attenuanti generiche».

 

Le ammissioni di Lima in fase processuale: «Quella sera a stento mi reggevo in piedi e comunque sapevo che si sarebbero calmate da sole.

Ricordo che la sera della morte di Patrizia, mentre stavo seduto nella sdraio, le ho sentite urlare con più forza del solito e mi sembra di aver capito che la questione era relativa a chi avesse avuto un rapporto sessuale con me. Di solito per calmare bastava che io urlassi dalla cucina ma quella sera Enza e Patrizia si erano addirittura azzuffate e io, preso dalla rabbia, sono entrato nella stanzetta, le ho separate e poiché Enza era fisicamente molto più piccola della Attruia, ho colpito più volte quest'ultima sbattendola, credo, vicino a un muro, se non sbaglio quello dov'era posizionato il letto.

Sono assolutamente certo di non aver usato alcuna arma o alcun oggetto mi ricordo che in qualche modo Patrizia, molto forte fisicamente, ha reagito e io credo si averle dato alcuni pugni violenti all'altezza del collo o comunque in faccia vicino all'orecchio. Dico credo perché l'unica cosa che ricordo con certezza è che Patrizia nel cadere a terra mi aveva coinvolto nella caduta. Ricordo che credevo che la stessa fosse soltanto svenuta. Altro onestamente non riesco a ricordare perché poi sono tornato nella sdraio e solo più tardi, risvegliandomi, ho visto che Patrizia era nella stessa posizione in cui l'avevo lasciata».

Intanto anche Enza Dipino resta in carcere: la Cassazione ha confermato che dovrà scontare la pena di 14 anni e due mesi (10 mesi in più di Lima).

Fonte: Il Vescovado

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