Tu sei qui: CronacaOperazione Drago, la Caserta resta ai domiciliari
Inserito da (admin), mercoledì 15 aprile 2009 00:00:00
Rigettata l’istanza di scarcerazione per Rosalba Caserta, arrestata insieme al marito Roberto Senatore lo scorso 19 dicembre nell’ambito dell’Operazione Drago, che, come si ricorderà, ha portato a ben 34 ordinanze di custodia cautelare, con accuse che vanno dall’associazione a delinquere di stampo mafioso alla truffa, dall’usura alle estorsioni, nonché al traffico ed allo spaccio di droga. Reati, questi ultimi, che hanno visto la piena e consapevole interposizione della Caserta.
Stando a quanto si legge nella motivazione con cui il Tribunale del Riesame ha rigettato l’istanza di scarcerazione presentata dall’avv. Domenico Fasano, legale della donna, Rosalba Caserta non si limitava ad eseguire gli ordini del marito, ma partecipava attivamente alle attività di spaccio, mantenendo i contatti con collaboratori e clienti, stabilendo i prezzi, i tempi ed i modi di consegna. Non mera esecutrice, quindi, la donna «assume un ruolo ben delineato all’interno del sodalizio criminoso, muovendosi con autonomia e scaltrezza e dimostrando di conoscere le dinamiche proprie di un gruppo che traffica stupefacenti».
A conferma di quanto supposto dai giudici, numerose intercettazioni telefoniche e dichiarazioni degli stessi clienti dei due coniugi, che hanno raccontato come avvenivano gli scambi. Queste le motivazioni che hanno portato i giudici a pronunciarsi per gli arresti domiciliari, adducendo come causale la pericolosità sociale della donna e la reiterazione del reato.
Continua, invece, l’attesa per Antonio Ferrante, trasferito lo scorso marzo nel carcere di massima sicurezza di Viterbo, e per Giuseppe Celentano, presunto capo dell’omonimo clan, ora nel carcere di Ancona, anch’essi arrestati nell'ambito dell’Operazione Drago. Per loro l’avv. Fasano ha richiesto l’attenuazione della pena, presentando una richiesta di concessione degli arresti domiciliari. Ferrante, infatti, come anche Celentano e Senatore, non si era rivolto al Riesame al momento dell’arresto, per poi essere interrogato soltanto qualche mese dopo.
Fonte: Il Portico
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