Tu sei qui: CronacaOspedale, scende in campo la Cgil
Inserito da (admin), venerdì 3 aprile 2009 00:00:00
Stamani doppia conferenza stampa della Cgil per parlare della situazione "Santa Maria dell'Olmo". Prima al presidio sanitario di Cava de'Tirreni e poi a quello di Mercato San Severino, il sindacato di categoria incontrerà medici ed operatori sanitari per confrontarsi sulla legge regionale n. 16 del 28 novembre scorso, che ha riqualificato la rete sanitaria dell'intera Campania.
Per il nosocomio cavese la legge in questione ha previsto il ridimensionamento del Pronto Soccorso, che entro il 30 giugno sarà trasformato in Primo Soccorso, ovvero in una guardia medica non attrezzata ad accogliere pazienti con patologie più gravi.
Dopo la costituzione del neo Comitato pro ospedale, guidato da fra' Luigi Petrone, le riunioni indette dalla Cgil rappresentano un'ulteriore azione di difesa del nosocomio cavese e dell'intero sistema sanitario cittadino.
Oggi, inoltre, le rappresentanze sindacali presenteranno anche le loro iniziative pianificate per la tutela dei livelli di assistenza sanitari in città. La Cgil, infatti, dovrà chiarire le modalità ed i tempi di attuazione del proprio programma di riconfigurazione sanitaria, stimolando un dialogo proficuo con le altre istituzioni ed i funzionari ospedalieri. Risultati concreti e non dibattiti sterili è l'obiettivo che i cigiellini si pongono nei due incontri odierni con politici ed esperti del settore.
Sull'argomento ospedale è, intanto, tornato anche Alfonso Senatore. Ecco cosa ne pensa l'ex assessore alla Sicurezza:
«Già 10 anni orsono lanciai l’allarmante preoccupazione della chiusura del nostro Ospedale. Ricordo che, invece di sortire esiti positivi, mi attirai gli strali provenienti da coloro che erano sicuri che tanto non avvenisse e si preoccuparono solo del loro povero e misero orticello. Feci, in poche parole, la fine della più nota di me, Cassandra. Ora tutti piangono o fingono di piangere al “capezzale” dell’Ospedale cavese.
Ribadisco, pertanto, quanto ribadii all’epoca. Il nostro Ospedale non può non essere che solo ed unicamente un Pronto Soccorso Attivo, con i pochi ma essenziali reparti cosiddetti “salva vita”. Chi non ha il tempo di poter scegliere e decidere dove meglio andare a ricoverarsi, perché è in pericolo di vita, necessita dei reparti di medicina-chirurgia d’urgenza; cardiologia-rianimazione; pediatria e ostetricia.
Dopo il superamento del pericolo di vita il paziente può essere, con calma, trasferito altrove per la conseguente degenza, lasciando, così, il posto di Pronto Soccorso agli altri bisognosi. Questa è la triste, nuda e cruda realtà. Il resto è fantasia.
Mantenere tutti i posti per il Pronto Soccorso Attivo sarebbe, già, un grosso successo. Tutti vorrebbero a casa propria un Ospedale completo ed attivo in tutte le branchie della medicina. Ma questa è utopia, specie quando un Ospedale, come il nostro, si trova ristretto tra 2 grandi e complete strutture ospedaliere, distanti, l’una dall’altra, pochi chilometri.
Diceva, e così diciamo anche noi, Pulcinella, che lui “per mancanza di soldi si era perso le migliori mangiate!”».
Fonte: Il Portico
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