Tu sei qui: CronacaParco San Felice trasformato in discarica
Inserito da (admin), martedì 23 marzo 2004 00:00:00
Protestano i residenti di via Abbro e di via Ciranna per la presenza in zona di una discarica abusiva di rifiuti solidi urbani. Un problema comune anche ad altre aree della città. Infatti, ogni area non edificata, dentro o fuori del centro abitato, diventa zona abituale di conferimento di rifiuti solidi urbani. Stessa sorte per l'area scoperta nel mezzo dell'insediamento abitativo Parco San Felice in via Ciranna, limitrofo al convento dei Cappuccini, trasformata in discarica di rifiuti di ogni genere ed invasa da una folta ed incolta vegetazione, che la rende idonea ad habitat di ratti ed insetti. A rendere oltremodo precarie le condizioni del parco, un muro di contenimento che lo delimita e che presenta profonde lesioni che ne pregiudicano la stabilità. Il perdurare del pericolo igienico-sanitario ha spinto non solo i residenti del parco, ma anche gli abitanti di via Abbro, a protestare in Comune per una soluzione immediata del problema. Immediata la risposta delle autorità cittadine, che con un'ordinanza hanno intimato ai proprietari del terreno di procedere ad horas alla bonifica del sito e di effettuare con urgenza i lavori di messa in sicurezza del muro lesionato. In mancanza, i lavori saranno effettuati in danno dagli operai del Comune. Una vicenda, quella di via Ciranna, che riapre sui tavoli degli amministratori pubblici locali il problema del controllo del territorio. Troppe le violazioni ambientali effettuate, altrettante quelle denunciate pubblicamente. Il torrente Petraro Santo Stefano nella parte terminale della zona industriale, la Cavaiola lungo l'asse della Statale 18, la tratta ferroviaria che passa lungo via Giuseppe Vitale ed altre ancora sono tutte zone dove il degrado ambientale è dovuto a depositi illegali di rifiuti. «Come da sempre vado affermando - dice Enzo Passa, consigliere di "Patto per Cava" - occorre ampliare e modificare la rete di posizionamento dei cassonetti. Inoltre, c'è bisogno di un'assidua sorveglianza del territorio, oggi praticamente impossibile con i pochi uomini e gli scarsi mezzi a disposizione. Dico a Messina: cerchiamo di risolvere almeno il possibile».
Fonte: Il Portico
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