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Patto Territoriale, pioggia di finanziamenti

Inserito da (admin), giovedì 31 luglio 2003 00:00:00

Dentro i rotoli di carta igienica e le auto per disabili. Fuori le ceramiche artistiche, che piacciono ad Hillary Clinton ed Ivana Trump, e le mozzarelle di Agerola. In Costiera Amalfitana non si va per il sottile quando si tratta di sostenere le imprese locali. Basta che abbiano un progetto pronto, basta che facciano assunzioni ed il "patto" è stretto. Piovono euro in Costiera: 500 milioni. Poco importa se una delle imprese a cui si affidano i fondi pubblici mette le mani avanti: «Più di un'assunzione non possiamo fare». Ecco bell'è fatto l'affare: cinque miliardi di lire tondi tondi ad un'azienda che fa carta igienica. Alle antiche "Ceramiche Solimene" di Vietri vanno meno di 50mila euro, che i titolari cortesemente rifiutano. Ai finanziamenti dicono "no" anche le "Ceramiche Teca" e la "Cottonflor", oltre che l'azienda turistica "Network for the excellence of tourism". Mentre la ditta "Amatruda", che trasforma carne doc ad Agerola, denuncia alla stampa: «La nostra pratica è scomparsa». Sugli euro a milioni, si sa, non si va troppo per il sottile. «Anche perché questa è l'ultima occasione che il Governo dà alla nostra zona», dice Raffaele Ferraioli, presidente della Comunità Montana della Costa d'Amalfi e dell'omonimo Patto Territoriale. Meglio, quindi, che quanti più imprenditori possibile ottengano i benefici. Dal '99, anno di esordio del "Patto della Costa d'Amalfi", Ferraioli propone una concertazione basata sostanzialmente sui contributi a fondo perduto (75 per cento dell'investimento previsto dal singolo imprenditore). Inutile star lì a discutere se per la Divina Costa, patrimonio mondiale dell'umanità sotto tutela Unesco, sia più necessaria una rete di trasporto via mare per allentare la morsa del traffico sulla Statale o piuttosto un sistema di accoglienza a prezzi più accessibili, alternativo agli alberghi a 5 stelle, come propone il sindaco di Maiori, Stefano Della Pietra: «Ne avrei voluto discutere di più. Sono stato allievo di De Rita, il padre dei Patti Territoriali». Ma tant'è. E così, Salvatore Salsano della Tts di Cava de' Tirreni spiega che, nonostante avesse la possibilità di assumere un solo nuovo operaio nello stabilimento che produce carta igienica, è riuscito ad ottenere 2 milioni e 957mila euro. Ha anche acquistato, però, macchinari necessari all'ampliamento ed al miglioramento della produzione. «Cinque miliardi di lire per un posto di lavoro»: titoloni su "È costiera" e "Il Salernitano", i giornali locali che hanno lanciato la pietra nello stagno. Fondi a pioggia? Per Ferraioli si tratta di un'operazione che ha dato già i suoi frutti. «Chi è beneficiario dei finanziamenti ha messo in circolazione ricchezza, con positivi effetti sull'economia locale», dice abbeverandosi ai keynesiani. Non sarebbe stato meglio puntare sulla vocazione locale? «Ma no, questo non è un Patto tematico. Qui la velocità di spesa è l'elemento vincente». Qualunque spesa. I sindaci della Costiera non sono tutti d'accordo. «Quando quelli del Patto decisero di fare un paio di campeggi a Scala - racconta Secondo Amalfitano, sindaco di Ravello - il caso finì in Parlamento. Non se ne fece più niente. Le tende sulla Divina Costa? Le pare possibile?». Ma la signora Lucia Ferrara, titolare dell'officina "Pabet", quella delle macchine per disabili (800mila euro di finanziamento, 12 assunti), invita alla riflessione: «Qui già nessuno investe. Se poi montiamo la polemica su chi fa impresa e dà lavoro, allora siamo all'assurdo».

Fonte: Il Portico

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