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Quelle differenze inaccettabili

Inserito da Lello Pisapia (admin), martedì 27 giugno 2000 00:00:00

Siamo ormai in estate ed a tutti sarà capitato di recarsi in spiaggia, anche solo per rilassarsi un po'. Ebbene, vi sarà certamente successo di cercare un piccolo spazio per distendere l'asciugamano in quel carnaio cui siamo ormai abituati. Non vi sono spazi, eppure, al di là delle cabine di questo o di quello stabilimento balneare, scoprite che la spiaggia è quasi deserta e quei pochi bagnanti, felici delle vita e di come essa si prospetta, ignorano totalmente le sofferenze di chi, per scelta, vuole vivere il mare in maniera diversa, nel rispetto della libertà altrui e nella possibilità di socializzazione che la stagione estiva magicamente ci regala. Qualche anno fa se ne potevano vedere di cotte e di crude: gente attrezzata con ogni sorta di suppellettile invadeva fisicamente la spiaggia, si potevano effettuare studi sulla natura umana, con ciò che rimaneva dopo la loro permanenza. Oggi le cose sono un tantino cambiate: le nuove generazioni sono più consapevoli dell'esistenza dell'altro ed in spiaggia si praticano di più educazione e senso civico. Le cose sembrano cambiare per il popolo; non cambiano, invece, e sembra che non ci sia nemmeno il minimo interesse al cambiamento, per le Istituzioni. Quei cabinati, che molto spesso somigliano a baracche e che deturpano il paesaggio, sono uno scempio, un'offesa al diritto di ognuno di noi di godere delle bellezze della natura e di quelle architettoniche che, con tanta sapienza, i nostri padri hanno saputo sposare. Lo stabilimento balneare, che tanto sa di divisione di classe, che tanto sa di sorpassato, ancora sopravvive in un mondo che si sta aprendo alla globalità, allo scambio culturale, al senso civico, non addicendosi proprio ai nuovi costumi ed alle nuove aspettative dei cittadini. E' così odioso vedere tanta gente ammucchiata, ammassata, che pure si rispetta a vicenda, e dall'altra parte qualche bell'individuo che si vanta di aver preso in affitto una cabina, montata su di uno spazio pubblico, con il consenso di questa o di quell'Amministrazione comunale! Vogliamo trovare una soluzione al problema? Vi sembra giusto che un luogo come la spiaggia debba appartenere a pochi e che solo una piccola fetta di spiaggia libera possa essere utilizzata da tanti? Vi sembra un problema di poco conto? Per di più, qualche soluzione ci sarebbe. La spiaggia ed il mare appartengono a tutti, ad ogni cittadino. Dobbiamo vivere questa contraddizione sociale, questa differenza di chi può e di chi non può, anche quando, dopo un anno di lavoro, ci si vorrebbe rilassare? Le spiagge ci appartengono: le Istituzioni dovrebbero renderle disponibili. I gestori attuali degli stabilimenti potrebbero, insieme ad altri nuovi lavoratori, occuparsi della manutenzione e della salvaguardia dei litorali, migliorandone i servizi: docce, spogliatoi, toilette a disposizione dei bagnanti, che, dopo avere contribuito, all'entrata in "SPIAGGIA", con una modica cifra, possano usufruirne. Le sdraio, gli ombrelloni, i pedalò potrebbero essere presi in affitto. Infine, qualche gazebo per consumare un caffè, una bibita ed un po' di verde per mitigare il clima e gli animi: insomma, un luogo pubblico ben attrezzato e ben civilmente disponibile. E d'inverno? Ma certo, anche d'inverno! La spiaggia si trasformerà in un luogo di ritrovo per far divertire i propri bambini, per rincuorare qualche animo stressato, per dar vita alla vita, dal momento che dalle nostre parti non esistono luoghi attrezzati e ben mantenuti per la gioia di tutti. Se siete d'accordo ed avete altre idee, ma anche nel caso in cui non la pensiate così, inviateci le vostre opinioni. Le vostre idee sono un contributo importante (prive di quell'astuzia politica che spesso le soffoca ) per migliorare la nostra civiltà.

Fonte: Il Portico

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