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Ruanda, una mostra per non dimenticare

Inserito da Il Salernitano (admin), giovedì 12 dicembre 2002 00:00:00

Sabato 14 dicembre, nella Cattedrale di Sant'Adiutore, a Cava de' Tirreni, sarà inaugurata una mostra fotografica per ricordare il genocidio del 1994 in Ruanda. Il sistematico tentativo di eliminare intere razze umane è stato uno dei maggiori drammi del secolo appena passato e focolai di odio razziale non sono ancora scomparsi, tra l'indifferenza delle autorità internazionali. Le nazioni più potenti sono pronte a scatenare altre sanguinose guerre per interessi economici, ma non intervengono o, peggio ancora, dimenticano genocidi come quello del Ruanda. Dopo l'attentato al presidente Habyarimana il 7 aprile 1994, iniziarono i cento giorni di follia assassina degli estremisti hutu, che trucidarono centinaia di migliaia di tutsi e hutu moderati. A sfuggire alla morte, per vero miracolo, fu Yolande Mukagasana (nella foto), infermiera tutsi, grazie all'aiuto di una donna hutu. Furono, invece, massacrati il marito ed i suoi tre figli. La donna, rifugiatasi in Belgio, non ha voluto cedere all'istinto della vendetta, ma ha cercato di capire il perché di quel massacro. E' ritornata nella sua terra, cinque anni dopo, grazie alla collaborazione dei "Medici Senza Frontiere", per dialogare non solo con i superstiti del genocidio ruandese, ma anche con i boia, perché «ne va la dignità del popolo ruandese. Non ci sarà riconciliazione - scrive Yolande Mukagasana - senza giustizia, certo, ma non ce ne sarà neppure se i boia saranno demonizzati in blocco. Tramite un'opera di ascolto paziente ed a volte difficile, ho potuto penetrare il cuore dei miei interlocutori. Il fotografo Alain Kazinierakis, con cui ho concepito il lavoro dall'inizio, era là per captare questi momenti di intensa emozione». Proprio per ricordare, ad otto anni da quel genocidio, il dramma del popolo ruandese, sabato 14 dicembre, nella Cattedrale di Sant'Adiutore, sarà inaugurata la mostra nazionale di fotografia "Le ferite del silenzio", grazie all'impegno della Caritas Diocesana ed alla disponibilità di don Rosario Sessa, parroco della Cattedrale. Una mostra particolarmente sentita da S.E. Monsignor Orazio Soricelli, Arcivescovo di Cava-Amalfi, che nel corso della sua esperienza missionaria è stato proprio in Ruanda l'anno prima del genocidio. Tra le persone da lui incontrate solo poche riuscirono a salvarsi. Alla serata inaugurale parteciperanno anche rappresentanti di "Medici Senza Frontiere", presenti con un team in Ruanda nel 1994 e testimoni del genocidio a Butane. Senza dubbio una bella iniziativa (in programma sino a domenica 22 dicembre), per ricordare alla gente che, al di là delle guerre grandiosamente proclamate dai media, esistono ancora numerosi conflitti irrisolti, che, a causa della mancanza di interessi economici, sono completamente trascurati dalle democrazie mondiali.

Fonte: Il Portico

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