Tu sei qui: CronacaScala-Atrani, rischio Dragone: Procura ritorna su mancata manutenzione briglie frangicolata [FOTO]
Inserito da (redazionelda), mercoledì 4 gennaio 2017 22:51:55
(ANTEPRIMA) Sarà stato l’acquazzone abbattutosi ieri pomeriggio sulla Costiera Amalfitana a riportare l'attenzione della Procura della Repubblica di Salerno sulla perenne condizione di rischio idrogeologico a cui è sottoposto il territorio, tanto bello quanto fragile e pericoloso. In special modo sulle briglie a pettine nel letto del torrente Dragone che il 9 settembre del 2010 spazzò via per sempre la vita di Francesca Mansi.
Quelle strutture istallate all’indomani dell’imperdonabile tragedia, allo scopo di mitigare il rischio ma che, puntualmente, dopo un paio di acquazzoni come quello di ieri, si presentano colme di fango e detriti (foto di oggi, 4 gennaio 2017).
Letteralmente sommerse, come se non esistessero, lasciando campo aperto alla furia dell’acqua. E se il 3 novembre scorso, a seguito della bomba d’acqua che nel pomeriggio sommerse la "Divina", furono proprio quelle briglie - ripulite lo scorso aprile da Genio Civile e Arcadis proprio grazie alle attenzioni della Procura – a evitare il peggio per l’abitato di Atrani, perché capaci di contenere la grossa massa di fango e detriti venuta già in pochi minuti dalla montagna. E il giorno seguente si presentarono ricolme di circa 1500 i metri cubi di fango e detriti di varia natura. A valle, invece, a ridosso dell’abitato di Atrani, le vecchie vasche borboniche di contenimento, ripulite pochi giorni fa dal Comune, consentono il filtraggio, senza ostacoli, del flusso d’acqua che può liberamente procedere nel tratto tombato e sfociare in mare.
IL PROBLEMA E' SULLE COMPETENZE Di recente il Comune di Atrani aveva proposto di inserire la manutenzione delle briglie a pettine nell'accordo di programma tra Regione e Ministero dell'Ambiente e della tutela del Territorio e del Mare del 12 novembre 2010 o, nel caso tale accordo non fosse più valido, attivarsi per approntare un piano pluriennale di manutenzione ordinaria e periodica dell'opera in questione che miri a mitigare in maniera duratura e costante il rischio idrogeologico. Le competenze restano di Genio Civile e Arcadis, ma in ogni caso il letto del fiume va "messo in sicurezza".
Fonte: Il Vescovado
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