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Cronaca

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Smaltimento illecito dei rifiuti a fronte di tangenti, 12 persone nei guai tra le province di Salerno, Napoli e Avellino

I Carabinieri hanno scoperto un'associazione che coinvolgeva amministratori di alcune aziende di rifiuti speciali, autisti di automezzi adibiti alla raccolta di rifiuti urbani e dipendenti “infedeli” dell'impianto di Tufino, che avevano organizzato, nei minimi dettagli, un articolato "modus operandi" che consentiva loro di smaltire illecitamente rifiuti speciali, di provenienza industriale, nell'impianto pubblico, a spese dell'Ente pubblico.

Inserito da (PNo Editorial Board), martedì 28 maggio 2024 13:38:58

I Carabinieri del Gruppo per la Tutela Ambientale e della Sicurezza Energetica di Napoli hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 12 persone nelle province di Napoli, Avellino e Salerno. Questi soggetti sono accusati di associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti, furto aggravato e corruzione.

L'ordinanza, emessa dal GIP del Tribunale di Napoli, è stata richiesta dal Pubblico Ministero dopo un'indagine durata sei mesi, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli e supportata da intercettazioni, videoregistrazioni e pedinamenti. L'indagine è partita a gennaio 2023 in seguito a segnalazioni della S.A.P.NA. s.p.a., società interamente partecipata dalla città metropolitana di Napoli che gestisce il ciclo integrato dei rifiuti solidi urbani della area metropolitana del capoluogo campano, riguardo a irregolarità nel trattamento dei rifiuti presso l'impianto di Tufino.

I Carabinieri hanno scoperto un'associazione che coinvolgeva amministratori di alcune aziende di rifiuti speciali, autisti di automezzi adibiti alla raccolta di rifiuti urbani e dipendenti "infedeli" dell'impianto di Tufino, che avevano organizzato, nei minimi dettagli, un articolato "modus operandi" che consentiva loro di smaltire illecitamente rifiuti speciali, di provenienza industriale, nell'impianto pubblico, a spese dell'Ente pubblico.

L'agire degli indagati era oramai consolidato: gli autisti delle due società, aggiudicatarie di appalti per la raccolta di rifiuti urbani in alcuni paesi vesuviani, fungevano da tramite, tra i produttori di rifiuti speciali e gli operai addetti alla gestione dei rifiuti all'interno dello STIR, nella gestione dell'illecito traffico, finalizzato all'esigenza dei privati di smaltire illecitamente i loro rifiuti, conseguendo un significativo risparmio in termini economici, di contro, consentiva ai dipendenti pubblici di intascare profumate mazzette, in cambio del servizio reso.

Essenziale il ruolo degli addetti al TMB di Tufino, perfettamente organizzati per bypassare il rigido sistema di controllo previsto dalla S.A.P.NA., e consentire agli autisti degli automezzi di operare indisturbati e scaricare i rifiuti illecitamente. Una intera squadra forniva i propri turni di servizio ai complici esterni, che dunque pianificavano in totale tranquillità gli illeciti sversamenti nella certezza della compiacenza di tutti i componenti di quel turno, remunerati dal capo squadra, ciascuno in proporzione del contributo fornito.

Inoltre, alcuni degli indagati rubavano bobine di ferro dall'impianto, per un valore di circa 20.000 euro, nascondendole nei compattatori. Gli smaltimenti illeciti, per oltre 1.000 tonnellate di rifiuti speciali, hanno causato costi aggiuntivi alla S.A.P.NA. per circa 500.000 euro, oltre i danni spesso causati all'impiantistica dallo sversamento di rifiuti anche ferrosi, che hanno bloccato anche per lunghi periodi il ciclo di trattamento dell'impianto pubblico.

Nello stesso contesto investigativo i militari dell'Arma hanno sottoposto a sequestro le due aziende private produttrici di rifiuti industriali.

Fonte: Il Vescovado

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